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Referendum più semplici: ora le firme si raccolgono anche online

Si conclude con successo una battaglia legale durata tre anni. Per autenticarsi sarà necessario lo Spid o la carta d’identità elettronica. Saeli, Più Europa: “Italia all’avanguardia”. Brescia, M5S: “La tecnologia può liberare diritti”

Pubblicato il 13 Ago 2021

A. S.

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Per promuovere un referendum o una legge d’iniziativa popolare non sarà più necessario firmare un registro in presenza, muniti di documento d’identità. Saranno infatti ammesse anche le firme digitali, semplificando di fatto in maniera decisive le procedure. A rendere possibile questa nuova modalità è l’emendamento approvato recentemente all’unanimità in commissione Affari costituzionali e Ambiente: nesso specifico sarà possibile firmare attraverso lo Spid o attraverso la carta d’identità elettronica.

A promuovere la volta l’associazione Luca Coscioni, che proprio in questi giorni è impegnata in una campagna sul referendum per l’eutanasia, e che sul tema delle firme digitali aveva ingaggiato una battaglia legale durata tre anni, insieme al partito radicale e al suo ex-segretario Marco Staderini.

“La firma digitale per i referendum è una vittoria di Più Europa che grazie al lavoro in Parlamento di Riccardo Magi ha consentito all’Italia di avere una legge che fa fare un balzo in avanti alla nostra democrazia – afferma Maria Saeli, tesoriere di Più Europa – Una battaglia portata a termine con successo che rende l’Italia un Paese all’avanguardia nella nostra Europa sui diritti di cittadinanza”.

Soddisfazione anche da Movimento 5 Stelle: “Finalmente la raccolta firme online per i referendum diventa realtà e fa piacere che ad aprire questa nuova pagina di democrazia digitale sia l’associazione Coscioni con il referendum sull’eutanasia da noi sostenuto – sottolinea Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera – Ricordo ancora con emozione l’approvazione in commissione dell’emendamento a prima firma Magi, da me sottoscritto. Con le dichiarazioni di voto di tutti i capigruppo e un voto unanime abbiamo costretto il governo a rimettersi alla volontaà della commissione e mettere da parte le resistenze di alcuni ministeri. Una vittoria del Parlamento e dell’innovazione, consapevoli, come nel dna del Movimento, che la tecnologia può liberare diritti”. “Ora – conclude Brescia – attendiamo la piattaforma governativa che dovrà essere pronta dal 2022 e che sarà utile anche per la presentazione delle proposte di legge di iniziativa popolare”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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