L'ALLARME

Privacy, Stanzione: “Attenzione al rischio pedinamento digitale”

Il Garante mette in guardia contro i pericoli del massiccio uso di tecnologie: “Servizi apparentemente liberi e gratuiti in realtà si pagano con i nostri dati personali”. La soluzione? Sinergia tra riservatezza delle informazioni, antitrust e consumeristica

Pubblicato il 09 Dic 2020

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Si chiama “pedinamento digitale” il prezzo da pagare per i vantaggi dati dal digitale nel difficile periodo della pandemia. E’ quanto afferma il presidente del Garante privacy Pasquale Stanzione, che – intervenendo al forum de il Sole 24 Ore ‘LockUp Economy Mercati e regole al tempo della pandemia, tra sostenibilità e solidarietà’ – ha svelato le due facce della medaglia sociale: “Se il distanziamento fisico non è anche sociale lo si deve alle nuove tecnologie – ha chiarito Stanzione -, tuttavia il digitale ha dimostrato di essere davvero a servizio dell’uomo, ma non senza un prezzo”.

“Necessaria una strategia difensiva”

Secondo il Presidente, le piattaforme online hanno assunto un “ruolo determinante, assurgendo a veri e propri poteri privati scevri da adeguato statuto di responsabilità”. Proprio per questo, ha aggiunto, “la pandemia ha dimostrato l’esigenza di una strategia difensiva” perché il “consumatore si trova a fronteggiare congiunture e rapporti inediti in cui le regole stentano a affermarsi in un contesto caratterizzato da assenza di mercato di riferimento in cui il prezzo del servizio sono i nostri dati personali”. Quando si naviga online in pratica, ha messo in guardia il Garante, ci troviamo di fronte a “servizi apparentemente liberi e gratuiti ma che in realtà si pagano con i nostri dati personali“.

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“Far convergere le tutele”

La pandemia, ha fatto presente Stanzione, “ha accelerato in modo esponenziale il processo di digitalizzazione della nostra vita. Ogni tipo di rapporto è stato trasposto e vissuto in rete”. In questo contesto potenzialmente rischioso, “la tutela dei dati del cittadino digitale assume sempre di più un ruolo crescente nella difesa da strategie commerciali invasive, sleali o comunque scorrette, poiché fondate sull’indebito sfruttamento dei dati personali dei cittadini – ha aggiunto -. In particolare pensiamo allo schema negoziale servizi contro dati. In tale contesto la sinergia tra discipline privacy, antitrust e consumeristica rappresenta un presidio fondamentale per il cittadino nel segno della massimizzazione e della convergenza delle tutele. Le associazioni dei consumatori possono infatti fornire un contributo determinante all’azione di tutela del Garante segnalando criticità e potenziali violazioni”.
“La disciplina della privacy – ha concluso il presidente dell’Autorità garante – offre garanzie, strumenti preziosi per la protezione dei consumatori che si integrano con misure antitrust per offrire una tutela convergente e globale della persona”.

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