Il rapporto “Dare Energ-IA all’Italia” dell’Istituto per la Competitività (I-Com) mette in luce una dinamica destinata a ridefinire gli equilibri tra digitale ed energia. L’intelligenza artificiale sta accelerando la domanda di potenza computazionale, spingendo i data center verso una crescita senza precedenti. Oggi queste infrastrutture assorbono circa l’1,5% dell’elettricità mondiale, ma entro il 2030 il consumo potrebbe aumentare del 127%, passando da 416 TWh a 946 TWh. Parallelamente, la capacità installata globale salirà da 97 GW nel 2024 a 226 GW.
Gli Stati Uniti guidano la classifica con il 44% dei consumi, seguiti da Cina (25%) ed Europa (16%). In Ue il peso dei data center sul fabbisogno elettrico è già pari al 3%, con punte record in Irlanda, dove nel 2023 il settore ha inciso per il 21% dei consumi nazionali. L’avvento dell’AI generativa amplifica questa tendenza, poiché l’addestramento dei modelli richiede enormi quantità di energia: basti pensare che GPT-4 ha consumato oltre 62.000 MWh in fase di training.
Indice degli argomenti
Mercato globale e scenario italiano: numeri e prospettive
La crescita non riguarda solo i consumi, ma anche il valore economico. Il mercato globale dei data center vale oggi 441 miliardi di euro, con un incremento del 24% nel 2024 e un tasso medio annuo stimato al +7% fino al 2030. Gli Stati Uniti detengono la quota maggiore (32%), seguiti da Cina (20%) e Unione Europea (16%). In Italia il comparto è ancora limitato, ma in forte espansione: entro il 2030 potrebbe raggiungere 10 miliardi di euro, mentre il mercato dell’AI arriverà a 28 miliardi, con un Cagr superiore al 35%.
Il territorio nazionale conta 209 strutture attive, concentrate nel Centro-Nord. Milano è il fulcro con 73 data center, seguita da Roma (21) e Torino (11). Secondo Terna, le richieste di connessione alla rete hanno toccato 44 GW, di cui il 60% in Lombardia. Una concentrazione che solleva interrogativi sulla saturazione delle reti e sulla distribuzione territoriale degli impianti. “Serve una strategia per attrarre investimenti e garantire sostenibilità”, ha dichiarato Stefano Da Empoli, presidente di I-Com, sottolineando la necessità di coniugare sviluppo digitale e transizione energetica.
Efficienza e sostenibilità dei data center: le leve per ridurre l’impatto
L’aumento dei consumi pone una sfida cruciale: come rendere sostenibile la crescita dei data center? Il rapporto evidenzia alcune direttrici strategiche. La prima è l’efficienza energetica, misurata dal Power Usage Effectiveness (Pue): oggi i data center europei si attestano su valori medi di 1,5, ma l’obiettivo è scendere sotto 1,3 entro il 2030. I grandi hyperscale già raggiungono 1,10-1,12 grazie a sistemi di raffreddamento avanzati e ottimizzazione dei flussi.
Il raffreddamento è infatti uno dei principali driver di consumo, insieme alle apparecchiature IT. Le soluzioni ibride aria-liquido possono ridurre il Pue del 27% e il consumo totale del 15%. Altre leve riguardano l’hardware specializzato (Tpu, Fpga) e l’ottimizzazione degli algoritmi di addestramento tramite tecniche come pruning e quantization. Sul fronte delle fonti, cresce il ricorso ai Power Purchase Agreement (Ppa) per garantire energia rinnovabile: gli operatori di data center rappresentano oltre il 30% dei 120 GW di capacità contrattualizzata a livello globale.
Non meno rilevante è il tema idrico: il raffreddamento richiede grandi volumi d’acqua, con proiezioni globali di 4,2-6,6 miliardi di metri cubi entro il 2027. In Italia il rischio è mitigato dalla concentrazione al Nord, ma la Commissione Ue sta introducendo metriche come il Water Usage Effectiveness (Wue) e strategie per il riuso delle acque reflue.
AI come motore di innovazione nel sistema energetico
Se da un lato l’AI aumenta il fabbisogno energetico, dall’altro può diventare un alleato della decarbonizzazione. Secondo l’Iea, l’adozione diffusa delle tecnologie AI esistenti potrebbe ridurre le emissioni globali di CO₂ di 1,4 Gt entro il 2035, compensando in parte l’impatto dei data center. Nel settore oil&gas, l’AI riduce gli errori di previsione del 25% e i costi fino al 10%, mentre il monitoraggio intelligente delle perdite di metano potrebbe evitare 2 milioni di tonnellate di emissioni annue. Nelle reti elettriche, l’AI ottimizza l’integrazione delle rinnovabili, migliora la gestione degli accumuli e abilita la demand response.
Le applicazioni si estendono anche alla gestione idrica, con un mercato globale che passerà da 4,7 miliardi di dollari nel 2024 a 50,9 miliardi nel 2034, e all’economia circolare, dove sistemi di smistamento intelligenti potrebbero generare risparmi fino a 217 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. In Italia, dove le perdite idriche superano il 41%, l’IA potrebbe avere un impatto trasformativo, a patto di accelerare la digitalizzazione delle reti.
Regolazione e governance: la partita italiana
Il quadro normativo è in evoluzione. A livello europeo, il Regolamento Ue 2019/424 sulla progettazione ecocompatibile e la Direttiva 2023/1791 sull’efficienza energetica impongono standard stringenti e obblighi di rendicontazione. In Italia, la legge sull’AI approvata a settembre 2025 e il Decreto Energia in arrivo puntano a semplificare le autorizzazioni per i data center, introducendo un procedimento unico con tempi ridotti a 10 mesi. Il Mimit ha inoltre presentato la Strategia per l’attrazione degli investimenti esteri, con l’obiettivo di trasformare il Paese in un hub digitale europeo, sfruttando la posizione strategica e la presenza di cavi sottomarini.
In sintesi, il rapporto I-Com Energ-IA evidenzia una sfida complessa ma ricca di opportunità: i data center sono il cuore dell’infrastruttura digitale e il motore dell’IA, ma la loro crescita deve essere accompagnata da innovazione tecnologica, pianificazione energetica e governance lungimirante. Solo così sarà possibile coniugare competitività, sostenibilità e sicurezza in un ecosistema digitale che promette di ridisegnare il futuro.































































