L'INAUGURAZIONE

Digital Technologies, nuovo hub per le tecnologie “esponenziali”

A Trezzano sul Naviglio (Mi) la struttura dello specialista in soluzioni di fatturazione elettronica e piattaforme per la supply chain. Così intelligenza artificiale, Blockchain e IoT saranno integrate nell’ecosistema offerto alle imprese

Pubblicato il 22 Nov 2019

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Prevedere il prossimo salto evolutivo nel continuo processo di innovazione tecnologica è impossibile. Cavalcarlo, nel momento in cui avverrà, è auspicabile, soprattutto nel mondo del business. Ma per farlo occorre sviluppare una mentalità capace di adeguarsi ai ritmi imposti della disruption, mettendo da parte la prevenzione nei confronti del nuovo e proteggendo in azienda idee e talenti da quelli che David Orban della Singolarity university definisce “il sistema immunitario dell’organizzazione”: esatto, agenti interni fisiologicamente e inconsciamente deputati a spazzare via elementi che mettono in discussione gli stessi fattori di successo che in passato l’hanno fatta crescere.

Il ruolo dell’Innovation hub nella strategia di Digital Technologies

Superare questo limite significa accogliere le tecnologie esponenziali pensando in modo esponenziale. Ovvero, prima di ogni altra cosa, facendo affidamento sui dati. Sia per rendere sempre più efficienti i processi esistenti, sia per individuare nuove opportunità, sia soprattutto per verificarne con tempestività benefici e potenziali criticità. Ed è con questo spirito che Digital Technologies, società specializzata nello sviluppo di soluzioni innovative per le aziende, si pone sul mercato. L’occasione di fare il punto c’è stata ieri, durante l’inaugurazione del nuovo Innovation hub di Trezzano sul Naviglio (Mi), che si affianca al quartier generale di Milano e alle sedi di Genova e Piacenza in Italia e di Madrid e Shanghai sul fronte internazionale. “La decisione di investire nella nuova struttura è coerente con uno dei pilastri della nostra strategia: creare un ambiente fertile per la generazione di nuove idee”, ha detto Luca Baldini, General Manager di Digital Technologies, aprendo l’evento. “Abbiamo d’altra parte un estremo bisogno di nuove idee: entro il 2023 il 50% dei posti di lavoro cambierà radicalmente, e fare business implicherà in misura sempre maggiore la responsabilità di dare risposte precise su tematiche di natura etica, ambientale e politica. Questo è il posto giusto per cominciare a farlo”.

Luca Boselli, Direttore Commerciale del gruppo, ha invece parlato del secondo pilastro di Digital Technologies: la piattaforma digitale. “Un ecosistema di soluzioni specificamente pensate per raccogliere e analizzare i dati, che ci è valso il primo premio agli ultimi Digital360 Awards nella categoria ‘Soluzioni B2b e di eSupply Chain‘. Ma questo è solo il punto di partenza. I progetti su cui applichiamo il concetto sono quelli che riguardano in primis l’ambito della fatturazione elettronica, poi quello della gestione delle comunicazioni tra i vari attori della filiera, quello della logistica e quello della supply chain, senza dimenticare il piano delle operations. I verticali di riferimento? Per il momento Fashion, Automotive, Oil&Gas, Retail, Food e Gdo, rispetto ai quali sfrutteremo proprio il trend della fatturazione elettronica. Grazie all’impulso normativo e all’affermazione a livello internazionale – basti pensare al programma Peppol in Europa – la fatturazione elettronica rappresenta infatti il grimaldello che ha scardinato la resistenza alle piattaforme digitali in diverse realtà aziendali, e spesso ben oltre le tradizionali attività di amministrazione. Ma oggi”, ha chiosato Boselli, “siamo qui per parlare di tecnologie esponenziali, e una piattaforma digitale matura è la premessa accedere al loro vero valore. Se non viene costruita correttamente, le aziende non riusciranno a ottenerne tutti i possibili vantaggi”.

È per scoprire il potenziale di queste tecnologie e identificare quali collimano meglio con la piattaforma, che Digital Technologies ha attivato una collaborazione con la Singularity University. “Vogliamo adottare un modello di innovazione basato sull’integrazione di intelligenza artificiale, realtà aumentata, blockchain e IoT. Come ottenere questa integrazione? Realizzandola insieme ai nostri partner, leader nei rispettivi settori”, ha aggiunto Enrico Liverani, Chief Consulting & Account Manager Officer di Digital Technologies.

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Comprendere i segnali dell’evoluzione tecnologica

A testimonianza della solidità del gruppo di lavoro venutosi a formare, all’inaugurazione dell’Innovation hub di Digital Technologies erano presenti il già citato David Orban, Docente e Advisor della Singularity University, e Diego Gil, Managing Director della SingularityU Italy. Orban ha per l’appunto messo in guardia sull’inevitabile difficoltà del cogliere i segnali di una trasformazione tecnologica che nella sua prima fase può passare inosservata, generando addirittura un senso di disillusione, per poi esplodere in maniera dirompente nel momento in cui tutti i fattori che la compongono, maturando, trovano il giusto equilibrio.

Nel mondo del business, d’altra parte, non mancano casi emblematici di aziende che hanno avuto il giusto tempismo per proporre o per sviluppare una soluzione innovativa. Da Kodak – che pur essendo il primo brand a brevettare nel 1975 una fotocamera digitale non ha creduto nella tecnologia e si è fatta travolgere dai competitor diretti prima e dai produttori di smartphone poi – ad AT&T – che commercializzò prematuramente negli anni ’60 un sistema di videoconferenza lasciandosi poi sfuggire negli anni ’80 il business dei telefoni cellulari che l’azienda stessa aveva creato – passando per Nokia – e per la sua scarsa lungimiranza quando sul mercato arrivò l’iPhone – Orban ha condiviso diversi esempi di scarsa capacità di visione che hanno letteralmente dissolto corporation che sembravano inaffondabili.

“Oggi l’atteggiamento che abbiamo, in generale, è corretto: accettiamo il rischio, sperimentiamo col sorriso ma con gli occhi bene aperti. Le più grandi sfide possono essere affrontate e risolte grazie alla tecnologia, e avranno nel complesso un impatto positivo sul pianeta. Intelligenza artificiale, nanotecnologie, reti neurali, Internet delle cose, industry 4.0, sono tutti approcci accomunati da caratteristiche che si possono analizzare attraverso i dati, i quali costituiscono una guida concreta a trend che altrimenti possono sembrare difficili, confusi, di interpretazione molto vaga”.

Il passo successivo sta poi nel dematerializzare, demonetizzare e democratizzare gli effetti del cambiamento, come ha evidenziato Diego Gil, che citando Bill Gates ha ricordato come spesso si tenda a sopravvalutare quello che potrebbe succede in un paio d’anni, ma sottovalutando quello che invece molto probabilmente succederà nel giro di un decennio. “È chiaro che l’intelligenza artificiale avrà un peso sempre più importante nelle nostre vite personali e professionali, ma dobbiamo tenere bene a mente che non siamo in concorrenza con le macchine, dobbiamo solo trovare il posto che ci spetta nel rapporto di collaborazione che si verrà a creare tra noi e loro. Per quanto mi riguarda, credo si tratti di valorizzare la bellezza dell’imperfezione dell’essere umano, che è poi l’elemento che farà la vera differenza in questo senso”.

E a proposito di bellezza, Alberto Batisti, Docente di Storia della Musica al Conservatorio di Como, ha impartito al pubblico presente all’Innovation hub di Digital Technologies una vera e propria lezione sul senso della stratificazione dell’innovazione nell’ambito musicale, spiegando come Bach, sul piano del percorso dell’accumulazione esponenziale e dell’audacia del pensiero, in fondo, non sia tanto diverso da Elon Musk. “La tecnologia non deve mai andare oltre l’umanità”, ha aggiunto, chiudendo l’evento, Stefano Baldini, Co-founder di Digital Technologies. “Anzi, oserei dire che bisognerebbe costantemente aspirare a creare e utilizzare una tecnologia umanistica”.

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