IL CASO

Jack Ma torna sulla scena pubblica e Alibaba vola in Borsa

Il fondatore del colosso dell’e-commerce cinese è riapparso dopo oltre due mesi di “latitanza” mediatica, in occasione di un evento online. Ancora incerte le sorti delle sue aziende, ma intanto il titolo guadagna l’8,5% a Hong Kong

Pubblicato il 20 Gen 2021

Domenico Aliperto

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Dopo oltre due mesi di assenza dalla scena mediatica, il fondatore di Alibaba Jack Ma è riapparso in occasione di un evento in streaming, provocando un’impennata del titolo in borsa: il tycoon è intervenuto oggi in una conferenza online con un centinaio di insegnanti nelle aree rurali, nell’ambito delle sue attività filantropiche per riconoscere gli sforzi degli educatori nelle aree più remote del Paese. Jack Ma, lui stesso un ex insegnante di inglese, ha fatto gli auguri agli insegnanti del villaggio tramite un video, dicendo che di solito la cerimonia del Rural Teachers Award si tiene a Sanya, nel sud di Hainan, ma quest’anno, a causa del Covid-19, deve essere svolta tramite videoconferenza. La sua apparizione, riportata in un blog locale, è stata rilanciata dai media cinesi. Il riemergere di Ma potrebbe ridimensionare le voci sulla sua sorte, mentre Pechino prosegue le indagini sul riassetto di Ant Group e su Alibaba, nel mirino dell’antitrust. Nel frattempo, la borsa di Hong Kong brinda con scambi che hanno fatto guadagnare ai titoli di Alibaba l’8,5%, a 265 dollari di Hk.

L’inizio della “latitanza” mediatica

Ma era “scomparso” proprio all’indomani del giro di vite impresso dalle autorità cinesi sulle attività finanziarie del suo gruppo. La sua ultima apparizione in pubblico risale a fine ottobre, quando partecipò a un evento a Shanghai, descrivendo le banche tradizionali come dotate di una mentalità da “banco dei pegni”: giudizi pesanti e azzardati che provocarono la reazione della leadership comunista, lo stop all’Ipo di Ant Group e le indagini su Alibaba.

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All’inizio di novembre i regolatori cinesi decisero infatti di sabotare l’Ipo da 37 miliardi di dollari di Ant Group, che sarebbe stata la più grande della storia, a meno di 48 ore dall’esordio sulla Borsa Shanghai e di Hong Kong. Come ricorda l’Ansa, Ant Group è finita sotto tutela per i regolamenti fintech, mentre Alibaba è finita sotto indagine dell’antitrust per pratiche monopolistiche legate a internet ed e-commerce.

L’assalto all’impero di Ma rientra nella campagna più ampia varata da Pechino per tenere a freno una generazione di colossi tecnologici considerati dalla leadership comunista come possessori di un controllo eccessivo sulla seconda economia mondiale. La raffica di azioni messe in campo dimostra come il governo centrale non sia più disposto a tollerare l’enorme potere rivendicato dai magnati tecnologici, percepiti adesso come una minaccia alla stabilità politica e finanziaria, che il presidente Xi Jinping ha affermato di voler salvaguardare a ogni costo. Dopo la stretta su Alibaba, il Quotidiano del Popolo, la ‘voce’ del Partito comunista cinese, pubblicò due commenti sul caso antitrust. “Per l’economia delle piattaforme online, il rafforzamento della supervisione anti-monopolio non porta un ‘inverno’ per l’industria, ma piuttosto un nuovo punto di partenza per uno sviluppo migliore e più sano”, scrisse il quotidiano. Ora bisogna capire cosa implicherà questo nuovo punto di partenza per le attività di Ma.

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