Puntuale come i primi acquazzoni autunnali, ecco che arriva il keynote di Apple. Da alcuni anni a questa parte è il momento in cui Tim Cook e i suoi presentano gli smartphone che verranno commercializzati per le festività natalizie, il picco nelle vendite di tutte le aziende di tecnologia di consumo, Apple in particolare. Quest’anno l’appuntamento è per martedì 10 settembre, con un keynote che si terrà attorno alle 19 ora italiana e che durerà circa due ore. Al termine del quale sarà possibile verificare se le tante indiscrezioni che si sono accumulate in queste ultime settimane vengono confermate.
Quest’anno però l’attenzione non è solo sugli apparecchi, che comunque secondo le indiscrezioni saranno tre, due dei quali marchiati “pro” con tre videocamere posteriori e uno anche un pennino sulla falsariga della Apple pencil, mentre un modello più economico avrà due sole videocamere posteriori.
Invece il cartellino del prezzo sarà di particolare importanza perché quest’anno pesa sul costo complessivo degli apparecchi non solo la componentistica (dal nuovo processore A13 alla memoria ultra-veloce sino agli schermi Oled con gamma di colore espansa) ma anche i dazi imposti dall’amministrazione Trump. Un sovrapprezzo del 15% che Apple potrebbe scegliere di riversare sugli utenti finali oppure trovare il modo di ammortizzare utilizzando le efficienze della sua catena di approvvigionamento.
I dazi americani peseranno anche sul mercato più importante fuori dagli Usa per Apple, e cioè la Cina. I cinesi hanno mostrato negli ultimi due anni un rallentamento sensibile negli acquisti di telefoni in generale e di Apple in particolare. Pesa una certa saturazione e stanchezza del mercato, ma anche la politica di prezzi rialzati di Apple a partire dai telefoni della generazione di due anni fa, e poi l’aumento dei produttori concorrenti in Cina, che offrono apparecchi Android di fascia media dal prezzo basso e dalle capacità notevoli.
I nuovi iPhone non avranno 5G (per quello bisognerà aspettare il settembre 2020) né altre tecnologie particolari, ma dovrebbero integrare una modalità di ricarica a induzione senza fili finalmente efficace e bidirezionale, per poter caricare anche i nuovi Apple Watch (che dovrebbero essere presentati sempre il 10) oltre che il pennino dell’iPhone Pro Maxi. Gli iPad di quest’anno invece saranno come di consueto presentati a ottobre, in un evento separato.
Non ci sono certezze, ovviamente, se non sulla data della presentazione degli iPhone, il prossimo 10 settembre appunto, perché Apple ovviamente non fornisce anticipazioni. La sua catena di approvvigionamento però si lascia scappare molti dettagli (Apple ha anche alcuni ex agenti della Fbi al suo servizio per cercare di stanare le gole profonde almeno a Cupertino) e da tempo la raccolta delle indiscrezioni sui prodotti Apple ha creato un vero e proprio mercato dell’informazione.
Da un altro fronte invece una notizia questa volta confermata e interessante per il settore del post-vendita dei prodotti Apple, nonché per i clienti che necessitano di riparazioni e interventi. Dopo aver tenuto per anni completamente all’interno tutto il mercato delle parti di ricambio dei suoi telefoni, che sono peraltro difficili da riparare a causa dell’estrema compattezza e del fattore di forma con cui vengono realizzati, adesso Apple apre i suoi magazzini dei ricambi ai riparatori indipendenti. Il programma, che viene chiesto da anni, serve in realtà anche a riportare nella legalità milioni di riparazioni che venivano effettuate a prezzi più economici da riparatori non autorizzati con componenti di bassa qualità o, peggio ancora, con parti rubate.
Infatti, una buona parte del mercato dei furti degli iPhone e iPad, che non sono utilizzabili da chi se ne appropria perché bloccati dal chip di sicurezza, è giustificata dall’enorme mercato delle riparazioni: gli apparecchi rubati vengono spesso cannibalizzati e le varie parti utilizzate per le riparazioni più comuni: dallo schermo frontale e posteriore all’ottica della videocamera sino al guscio della scocca posteriore o della cornice anteriore.
Adesso i negozi indipendenti che fanno le riparazioni, cioè non gli Apple Store o gli Apple Premium Reseller, potranno utilizzare componenti fornite da Apple per le riparazioni fuori dalla garanzia, con lo stesso prezzo offerto dai riparatori autorizzati. Apple avrà così più opportunità di vendere i suoi prodotti e fornire un servizio affidabile anche nelle aree dove non arriva. Il programma è stato testato da Apple in venti negozi negli Usa, Europa ed Asia. Non c’è ancora una data di lancio ufficiale.
I negozi indipendenti da tempo lamentavano che gli elevati volumi di acquisto richiesti da Apple per diventare un fornitore di servizi autorizzato li hanno discriminati e sostanzialmente tagliati fuori dal mercato delle riparazioni.
Il colosso della tecnologia aveva in precedenza fatto resistenza contro le proteste che invocavano un “diritto di riparazione” e volevano fornire la possibilità di operare ai negozi indipendenti in diversi stati degli Stati Uniti, tra cui New York e California, citando preoccupazioni per il mantenimento di un elevato standard di servizio. All’inizio di quest’anno Apple ha permesso a tutti i negozi Best Buy statunitensi di gestire il lavoro di riparazione in garanzia.
Tuttavia, l’industria di riparazione non ufficiale è nata utilizzando principalmente ricambi forniti da terze parti, è considerata molto più inaffidabile.
Le riparazioni si applicano solo agli iPhone, tralasciando i Mac, soprattutto i portatili, le cui tastiere hanno avuto vari problemi e hanno richiesto estese riparazioni. Apple ha avviato un programma speciale dedicato proprio ai suoi MacBook per risolvere i problemi delle tastiere. I negozi non possono rivendere parti ai clienti per questo tipo di riparazione.
Kyle Wiens, amministratore delegato di iFixit, azienda che fornisce guide per la riparazione dei prodotti elettronici e sostenitore di lunga data delle leggi sul diritto alla riparazione, ha detto che “questi sono tutti motivi per cui la legislazione sul diritto alla riparazione è ancora decisamente necessaria”.
Wiens ha aggiunto che “Questo è il momento della consapevolezza da parte di Apple che il mercato delle riparazioni è più ampio di quanto Apple stessa possa mai gestire da sé, e fornire ai tecnici indipendenti parti originali è un grande passo in avanti. Ma quel che dimostra molto chiaramente tutto questo è che se la legge sul diritto alla riparazione passasse domani, Apple potrebbe immediatamente adeguarsi”.