TENSIONI
Big tech, offensiva russa contro Google e Meta
Un tribunale di Mosca ha confermato una multa da 33 milioni ai danni dell’azienda di Mountain View, accusata di aver bloccato alcuni canali Youtube. E il ministero della Giustizia ha inserito Meta tra le “organizzazioni estremiste”. Intanto Yandex sarebbe pronta a lasciare Mosca
Pubblicato il 25 Nov 2022

Un tribunale arbitrale di Mosca, in Russia, ha confermato la multa da 2 miliardi di rubli – circa 33 milioni di dollari – che era stata comminata nei confronti di Google dal Servizio anti-monopolio della Federazione, come “ritorsione” rispetto alla decisione dell’azienda di Mountain View di sospendere la visione di alcuni canali Youtube su territorio russo.
Lo ha riportato l’agenzia di stampa locale Ria Novosti, nelle stesse ore in cui il New York Times riporta la notizia che Yandex, una delle principali aziende tech locali, conosciuta come la “Google russa”, potrebbe presto lasciare il Paese, complicando quindi i piani di “rafforzamento della tecnologia russa, in alternativa a quella occidentale”, annunciati di recente da Vladimir Putin. La sua “sorella” Yandex Nv, con sede in Olanda, avrebbe infatti manifestato l’intenzione di lasciare la Russia a causa degli impatti negativi dell’invasione dell’Ucraina.
“Il board ha iniziato un processo strategico di revisione delle opzioni di ristrutturazione della proprietà e della governance dell’azienda, alla luce degli sviluppi geopolitici”, si legge in un comunicato della stessa Yandex Nv. Opzioni che prevederebbero appunto anche lo sviluppo di divisioni internazionali dell’azienda “al di fuori della Russia”, o il “disinvestimento dagli altri business del Gruppo Yandex”. Secondo quanto riportato dal Times, Yandex Nv sposterebbe le sue tecnologie più promettenti – tra cui vetture con pilota automatico, machine learning e servizi di cloud computing – al di fuori della Russia.
Crescono, insomma le tensioni tra Mosca e i giganti del tech. Non solo Google ma anche Meta: il ministero della Giustizia russo ha infatti aggiunto Meta, la Big Tech proprietaria di Facebook, alla lista delle organizzazioni estremiste. A riportarlo è il quotidiano Kommersant. Una notizia che a sua volta arriva a pochi giorni dalla risoluzione del Parlamento europeo, che ha riconosciuto la stessa Russia come “Stato sponsor del terrorismo”. La frattura tra Mosca e Mark Zuckerberg – fondatore di Meta – si era aperta nel marzo 2022, dopo l’invasione dell’Ucraina. Allora, un tribunale russo aveva concluso che Meta fosse impegnata in “attività estremiste”. Di conseguenza, aveva limitato l’accesso a Facebook e Instagram, ma non a WhatsApp, come parte di una campagna contro le piattaforme di social media occidentali.
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