L’INTERVISTA

Data center, Felisi (Vertiv): “Efficienza e sostenibilità le due sfide del Thermal management”

Il Senior Director: “Il mercato è in continuo cambiamento e premia chi sa essere più veloce. Puntiamo su ricerca e sviluppo e su una customer experience personalizzata. Il futuro? Il liquid cooling”

Pubblicato il 06 Apr 2021

Roberto Felisi Vertiv

“Uno degli elementi chiave per essere competitivi in un mercato in continuo cambiamento come quello del raffreddamento dei data center è la velocità. Quella che serve per adattarsi rapidamente e nel modo più efficace alle esigenze dei clienti e alle tecnologie sempre più evolute che caratterizzano il mondo dei data center e delle infrastrutture critiche”. A parlare è Roberto Felisi, Senior Director, Thermal Global Core Offering & Emea Business Leader di Vertiv. In questa intervista a CorCom il manager illustra quali sono le principali sfide che la società quotata al Nyse, con quartier generale a Columbus, in Ohio, si trova ad affrontare per mantenere la propria leadership di mercato, dove detiene a livello globale una market share del 24% grazie anche alle attività di ricerca e sviluppo basate in Italia. Nel nostro paese l’azienda ha sedi a Piove di Sacco, centro specializzato in R&D, sviluppo e produzione delle unità di raffreddamento, e poi a Bologna, a San Giuliano Milanese e a Roma. Il campo di specializzazione di Vertiv è quello di assicurare la continuità delle infrastrutture critiche nel campo dei dati e delle telecomunicazioni, come spiega bene il claim “Architetti della continuità”, grazie a soluzioni integrate improntate all’innovazione.

Felisi, quali sono i trend per l’evoluzione delle tecnologie per il raffreddamento dei Data Center del futuro e come sono cambiate le esigenze dei clienti?

Stiamo assistendo nel campo dei grandi player del mercato dei data center a un costante consolidamento, e alla nascita di data center di dimensioni sempre più grandi: questo su scala europea e in proporzione anche italiana. Non si tratta più quindi di data center di qualche megawatt, ma di strutture che raggiungono svariate decine di megawatt, non soltanto a Londra o a Francoforte, ma anche a Milano, Madrid e Varsavia. Il secondo aspetto da sottolineare è la velocità, nel campo della gestione dei dati ma anche in quello dell’implementazione delle strutture: se prima ci si aspettava che per avviare un data center fossero necessari 24 mesi, oggi si rischia di finire fuori mercato se il tempo necessario per la loro realizzazione supera i 12 mesi. Di fronte a questo quadro la sfida che ci riguarda più da vicino è quella dell’efficienza, quindi dell’uso più razionale possibile delle risorse a disposizione, che si parli di energia elettrica o di acqua. L’obiettivo è quello di essere sempre più efficienti e “sostenibili” dal punto di vista delle emissioni.

Quali sono le conseguenze di questi trend sulla vostra attività?

Il mercato si trova a gestire una sempre maggiore quantità di dati, generati ad esempio dall’utilizzo dell’Internet of Things e dell’intelligenza artificiale. Questo si traduce per noi essenzialmente in una densità di calore da dissipare in enorme aumento, e per questo prevediamo che le tecnologie del liquid cooling siano sul punto di registrare un’impennata. Ma ovviamente i prodotti e l’innovazione sono nel nostro campo una conseguenza dei cambiamenti che avvengono sul mercato: le tecnologie seguono queste tendenze, e non ce n’è una che sia la più adatta per tutti. Il nostro compito è di semplificare la vita dei nostri clienti utilizzando e integrando tra loro le tecnologie che volta per volta sono più utili, scegliendo da un portafoglio ampio e sperimentato, che si tratti di espansione diretta, di acqua refrigerata o di soluzioni monoblocco installate all’esterno dei data center. Lo scenario che stiamo affrontando è quello di macchine sempre più grandi e potenti. Contemporaneamente cambiano i modelli di distribuzione dell’aria all’interno dei data center, sempre più spesso si fa a meno del pavimento sopraelevato, e si adottano condizionatori di dimensioni più importanti, fino ad arrivare alle cosiddette “pareti fredde”, i cosiddetti fan wall e thermal wall integrati direttamente negli edifici per essere più performanti.  Aggiungerei che i sistemi ad acqua refrigerata stanno vivendo un momento di crescita impetuosa, grazie alla loro flessibilità e all’aumentata temperatura dell’acqua che ne favorisce il frecooling si tratta quindi di apparecchiature che privilegiano l’efficienza e sono in grado di controllare con precisione la temperatura ai server. Infine, i sistemi monoblocco da esterno hanno il vantaggio di essere installati fuori dal data center, e quindi di non occupare spazi che possono essere destinati ai server. Inoltre tutta la manutenzione è esterna e possono essere installati più rapidamente.

– Quali le evoluzioni del liquid cooling e quali sono i vantaggi?

Il punto di partenza di queste tecnologie è che la capacità di sottrarre calore dell’aria è inferiore rispetto a quella di un fluido. Si tratta di raffreddare il chip delle schede con un procedimento di immersione in un fluido che permette un rapido trasferimento di energia ed un recupero del calore in maniera più efficiente. Vertiv guarda con grande interesse anche a questa tecnologia, per la quale miriamo a introdurre le prime soluzioni molto presto.

– Come intervenire per assicurare efficienza e affidabilità e sostenibilità, garantendo al tempo stesso un minore impatto sui costi gestionali?

Oggi la sostenibilità è un obbligo per tutti, per le imprese e per i cittadini, e in alcuni casi diventa anche un vincolo legislativo. Proprio per questo stiamo assistendo ad un graduale abbandono dei sistemi tradizionali di refrigerazione e al passaggio a sistemi che abbiano un impatto nettamente inferiore sull’ambiente. Su questo fronte Vertiv ha dedicato un grande impegno in termini di ricerca e innovazione: stiamo rivedendo tutta la gamma dei refrigeranti e passando all’Hfo, che ha un ridottissimo impatto dal punto di vista dell’ambiente. L’altro fronte, quello dell’efficienza, riguarda il modo in cui vengono utilizzate le risorse, che si tratti di energia elettrica o di acqua. L’impegno è di ottimizzare l’efficienza durante tutto l’anno, dal momento che il costo di esercizio di un data center varia sensibilmente a seconda delle condizioni esterne. Per riuscirci utilizziamo tecnologie all’avanguardia come i compressori inverter a velocità variabile, che sono in grado di fornire una potenza frigorifera ad hoc a seconda di una serie di variabili, concentrando ad esempio l’attenzione su un gruppo di macchine e non alla singola macchina.

Vertiv ha il suo customer experience center per il Thermal management a Piove di Sacco, in provincia di Padova. Qual è l’obiettivo?

Al centro della nostra strategia mettiamo la customer experience: il confronto con il cliente inizia incontrandolo e capendone a fondo le esigenze, e in base a questo individuando la tecnologia migliore. In questo percorso, prima dell’installazione, mettiamo a disposizione dei clienti il nostro centro di ricerca e i nostri laboratori, in cui possono essere riprodotte le condizioni del data center che sta per nascere e possono essere testate le soluzioni che proponiamo. Le nostre soluzioni possono essere testate in presenza dei clienti prima dell’installazione, illustrando le prestazioni e le funzionalità delle macchine grazie a simulazioni estremamente puntuali. Un altro valore su cui puntiamo, infine, è assicurare al cliente un prodotto o un servizio che mantenga la propria efficienza anche con il passare del tempo, per tutto il proprio ciclo di vita in termini di rendimento, di costo di esercizio e di efficienza, e anche su questo siamo in grado di fare previsioni accurate. A Piove di Sacco abbiamo sei laboratori, frutto di investimenti fatti negli anni, dove testiamo e replichiamo le condizioni operative di prodotti e tecnologie, per la ricerca e per le dimostrazioni ai clienti: possiamo testare ogni genere di tecnologia, e nel nostro laboratorio dove testiamo e convalidiamo i nostri chiller, abbiamo la possibilità di testare unità con potenza frigorifera fino a 1,5 megawatt in un ampio range di condizioni di lavoro, da -10° fino ai 55°C. Si tratta del nostro centro Emea per il thermal management: tutti i clienti a livello internazionale utilizzano questo sito, e i test non si sono fermati nemmeno con l’emergenza Covid: abbiamo continuato a farli in collegamento da remoto, con una media di due o tre test al mese.

Guardiamo al futuro: in quali ambiti vi state muovendo con più decisione?

Nell’ambito dei condizionatori abbiamo completamente rinnovato la gamma Liebert® PDX e Liebert Pcw nell’arco del 2020, e proseguiremo durante il 2021 a portare a termine questo impegno. La gamma dei chiller Liebert Afc e Ofc conta su vere e proprie nuove tecnologie. Il Liebert Afc si basa sulla tecnologia a vite inverter, che oltre ad avere un’ottima efficienza e la modulazione continua della potenza, può anche essere installato in qualsiasi condizione climatica, rendendola una soluzione globale. Il Liebert Ofc, invece, è dotato di compressore centrifugo a levitazione magnetica che ha la particolarità di evitare qualsiasi contatto tra le parti rotanti e fisse, come invece accade con i compressori tradizionali. Anche nel campo dei sistemi monoblocco da esterno il rinnovamento del parco prodotti iniziato nel 2020 si concluderà nel 2021: puntiamo sulle macchine che utilizzano il raffreddamento evaporativo, le Liebert Efc. La possibilità di contare su un raffreddamento ‘free’ o economico agevola il cliente perché riduce i costi di esercizio e di conseguenza la bolletta elettrica.

Per il futuro infine abbiamo menzionato il liquid cooling, area nella quale ci sarà sempre più attenzione, e dove ci potrà essere un miglioramento significativo per il controllo di macchine e di gruppi di macchine. Infine, prevediamo un’ulteriore spinta sulle macchine outdoor, che oggi sono particolarmente interessanti perché – come dicevamo – non impattano l’interno del data center, favorendo la velocità di implementazione oltre che adattamento, scalabilità e affidabilità. Tutto questo sarà possibile grazie al fatto che Vertiv crede molto alla ricerca: stiamo passando dal 4% al 6% del fatturato destinato a investimenti in R&D, e puntiamo a crescere ulteriormente assumendo nuove risorse che possano supportare lo sviluppo di nuove tecnologie in un mercato estremamente dinamico.

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