L'ANALISI INTESA SANPAOLO

Le imprese hi-tech sono le più resilienti: ecco gli impatti della pandemia

In Italia le aziende dei comparti ad alta tecnologia hanno subito un calo medio del fatturato del 2,3% contro il 9,4% della manifattura. E il 45% ha continuato a crescere contro il 30% di altri settori. Ict e Tlc le categorie in pole

Pubblicato il 01 Mar 2022

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Le imprese ad alta tecnologia attive in Italia hanno resistito meglio agli impatti negativi della pandemia di Covid-19: nel 2020 il fatturato delle imprese dei settori aerospazio, Ict, farmaceutica, biomedicale, Tlc ha subito un calo del 2,3% (valori mediani), con una quota di soggetti in crescita del 45% (contro il 30% delle imprese degli altri comparti). È quanto emerge dal Monitor dei settori ad alta tecnologia a  cura della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO).

In un conteso di difficoltà, con una contrazione del Pil italiano del 9% e un calo del fatturato dell’industria manifatturiera del 9,4%, i settori ad alta tecnologia hanno registrato dunque performance economiche meno negative. Anche in termini di margini e indicatori reddituali il rallentamento è stato meno intenso delle attese.

Questi risultati sono favoriti dalla specializzazione in settori che hanno risentito meno del crollo della domanda e delle chiusure. Ma ci sono differenze importanti anche all’interno dello stesso comparto “resiliente” delle imprese hitech.

Ict, Tlc e pharma i comparti più resilienti

In questa edizione del Monitor gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno preso in esame i risultati economico-finanziari di 12.765 imprese specializzate in settori ad alta tecnologia (aerospazio, Ict, farmaceutica, biomedicale, Tlc) nel biennio 2019-2020, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione del fatturato e su alcuni indicatori di redditività, finanziari e patrimoniali.

La performance dei settori ad alta tecnologia riflette però un’elevata dispersione dei risultati per specializzazione produttiva: ai buoni risultati della farmaceutica, dei servizi Ict e delle Tlc, si contrappongono i dati negativi di biomedicale, commercio e soprattutto aerospazio. La divaricazione, inoltre, è elevata anche all’interno dello stesso settore.

Luci e ombre della crescita hitech

Nell’Ict da un lato i processi di digitalizzazione imposti dalla pandemia hanno accelerato la domanda per alcune tipologie di hardware informatico e per le comunicazioni indispensabili per rispondere alle nuove esigenze del lavoro da casa e della didattica a distanza, ma è calata la domanda per altre tipologie di beni, legati all’organizzazione di eventi, strumentazione per ufficio, etc.

Nelle Tlc la crescente domanda di connettività ha sostenuto le performance degli operatori nelle infrastrutture e/o nelle reti virtuali, mentre la crescente pressione competitiva impatta le performance dei principali operatori telefonici.

A subire le conseguenze più drammatiche della pandemia è però il settore dell’aerospazio, che sconta il crollo del traffico aereo.

Le imprese della farmaceutica hanno colto le opportunità legate alla maggiore richiesta di prodotti sanitari anti-Covid (inserendosi anche nella filiera della produzione di vaccini), controbilanciando la minore domanda per tutte quelle tipologie di beni non necessari nel contrastare l’emergenza sanitaria.

Nel settore biomedicale invece l’incremento della domanda di presidi medici (medical devices) per contrastare la pandemia non ha controbilanciato il crollo della richiesta di tutte le altre tipologie di prodotti. Non mancano però eccezioni, come nel caso del polo biomedicale di Mirandola.

Quante e quali sono le imprese ad alta tecnologia in Italia

Il dettaglio per comparto evidenzia un peso rilevante delle imprese dei servizi Ict, sia per numerosità (oltre il 55% del campione appartiene a questo settore) che per fatturato generato, condizionato dalla presenza dei grandi player multinazionali specializzati nell’offerta di consulenza e soluzioni Ict, a cui si affianca una moltitudine di piccole e piccolissime imprese attive nella realizzazione di software informatici, elaborazioni dati e gestione portali web. In termini di numerosità delle imprese segue il settore dell’Ict manifatturiero, che include i produttori di semiconduttori e componentistica, nonché i player specializzati nell’hardware informatico e nelle Tlc. Rilevante anche la quota di imprese del commercio di apparecchiature Ict: si tratta di filiali commerciali di grandi operatori esteri e player italiani attivi nella fase di distribuzione.

Una ulteriore distinzione all’interno dei servizi Ict riguarda il segmento dei servizi di telecomunicazioni (Tlc), che per la sua specificità è stato analizzato a parte: sono 530 gli operatori Tlc analizzati, che generano un fatturato di oltre 34 miliardi di euro, il 21,5% del fatturato complessivo dei settori ad alta tecnologia. Il comparto include tutte le società che forniscono servizi di telecomunicazioni alla clientela business e famiglie, inclusi gli operatori specializzati nella sola gestione di infrastrutture.

Nel settore farmaceutico si conferma l’elevata concentrazione del comparto, con 356 imprese che generano 29,7 miliardi di euro di fatturato. Risulta invece frammentato il segmento biomedicale, con 850 imprese analizzate che generano 7,5 miliardi di euro di fatturato. Nel comparto dell’aerospazio sono presenti 132 imprese (inclusi i soggetti specializzati nella manutenzione) per un valore generato di 3,7 miliardi di euro.

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