IL CDA

100 milioni il “prezzo” dello scorporo, Telecom verso spin off

In corso il Cda. I consiglieri pronti a dare l’ok definitivo alla separazione dell’infrastruttura. Intanto S&P taglia il rating a BBB-, ma l’outlook resta stabile

Pubblicato il 23 Mag 2013

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Potrebbe costare tra i 90 e 100 milioni il piano per separare le rete di Telecom. Lo scrive Il Messaggero, secondo cui, i consiglieri di Telecom Italia si starebbero predisponendo a favore dello spin off perché a fronte dei alti costi ci sarebbero considerevoli vantaggi economici e regolamentari. Dello spin off si sta discutendo nel Cda ancora in corso al momento in cui si scrive e il presidente esecutivo sarebbe esercitando un pressing sul board per accelerare sul sì definitivo.

Nella documentazione pervenuta al Cda – prosegue Il Messaggero – in risposta agli interrogativi sollevati nel Cda dell’8 maggio non ci sarebbero molti dati. I numeri forniti finora riguardano il valore della newco che è pari a 15 miliardi al netto dei debiti. Poi c’è la ripartizione del valore ante-scorporo del business del fisso, pari a 10 miliardi, e del mobile pari a 6.

Secondo una stima approssimativa . indica Il Messaggero – la newco potrebbe sviluppare un giro d’affari di circa 3,4 miliardi. Inoltre, stando all’architettura dell’operazione delineata da Bernabè, nella prima fase non è previsto l’intervento del Fondo strategico italiano, braccio della Cdp a cui è stato inviato un term sheet. Nella documentazione di delinea il perimetro dell’asset da societarizzare: si tratta del doppino di rame che dalle abitazioni arriva al primo armadio. La soluzioni garantirebbe vantaggi ai fini regolamentari e commerciali, dato che ci sarebbe maggiore libertà nelle offerte al cliente.

Stando così le cose il D-day per lo scorporo della rete Telecom Italia potrebbe essere oggi. Il management si presenterà pronto per rispondere a tutte le questioni poste nel corso del precedente Cda con l’intento di arrivare a una decisione.

Intanto Standard & Poor’s ha tagliato il rating di Telecom da BBB a BBB-, l’ultimo gradino prima del livello junk (spazzatura). L’outlook è stabile, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg. Oggi il Cda del gruppo si riunirà per fare il punto sullo spin-off della rete.

L’agenzia americana prevede un “continuo declino” dell’ebitda (margine operativo lordo) di Telecom nel 2013-2014, a causa della competizione sui prezzi nel mercato mobile domestico e del difficile contesto economico, rispetto al quale i risultati delle controllate sudamericane sono giudicati un ‘ammortizzatore insufficiente’ per il merito di credito. L’outlook stabile riflette “l’adeguata liquidità e capacità” di ridurre il debito attraverso un “robusto” cash flow.
L’azione di S&P chiude il creditwatch con implicazioni negative sul rating aperto dopo che Telecom aveva pubblicati i risultati 2012. Secondo S&P il debito di Telecom Italia il debito è “troppo alto” per sostenere un rating BBB in relazione al profilo di rischio del business del gruppo di Tlc, rivisto al ribasso da “forte” a “soddisfacente”.

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