L’ANNUNCIO

5G, Bouygues: chiederemo i danni se Huawei sarà esclusa

L’operatore francese annuncia di volere un risarcimento dallo Stato se si deciderà per il ban al produttore cinese. A motivare la decisione il fatto che il 50% delle apparecchiature di rete per il 4G della società sono proprio della casa di Shenzhen

Pubblicato il 11 Giu 2020

A. S.

5g-standard

Se la Francia dovesse decidere di escludere dal proprio mercato interno le apparecchiature di rete per il 5G prodotte da Huawei, l’operatore d’oltralpe Bouygues Telecom chiederà un risarcimento allo Stato. Ad annunciarlo durante un’audizione al Senato è Olivier Roussat, direttore generale di Bouygues. 

A motivare la scelta c’è il fatto che oggi circa il 50% delle antenne 4G dell’operatore (ma anche i concorrenti di Sfr sono nella stessa situazione) sono state implementate dalla casa di Shenzhen, e che non sarà possibile in futuro utilizzare queste infrastrutture per integrare apparecchiature 5G prodotte da altri.  

“Sarebbe stato tutto perfetto se fosse stato possibile installare un equipaggiamento 5G Ericsson o Nokia al fianco di un apparato 4G Huawei, ma è impossibile perché la standardizzazione che è stata decisa fa sì che bisogna disporre dello stesso fornitore – sottolinea il manager – Quindi, quando vietate il 5G Huawei chiedete di fatto all’operatore di smontare tutti i suoi equipaggiamenti Huawei per il 2G, 3G e 4G“, ha poi aggiunto il dirigente.

L’agenzia nazionale per la sicurezza dei sistemi informativi francese (Anssi) lavora sul dossier dall’inizio dell’anno, e non ha ancora preso una decisione su quali apparecchiature saranno autorizzate: “Quando abbiamo chiesto ad Anssi il permesso di installare le apparecchiatura 4G di Huawei – prosegue Roussat – la nostra richiesta è stata accettata. Così abbiamo acquistato le apparecchiature, e se sarà necessario smontarle perché incompatibili con quelle che dovremo installare per il 5G riteniamo di aver diritto a un risarcimento”.

“Smantellare le apparecchiature 2G, 3G, 4G per passare a quelle di un altro produttore, è un costo molto importante, e soprattutto comporta tempi di consegna molto lunghi – conclude o”, ha sottolineato il capo del gruppo Martin Bouygues, presidente e Ceo dell’azienda – Non c’è niente di sbagliato nel fatto che lo stato cambi la sua opinione,  dovrà soltanto sopportarne le conseguenze”. 

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