LA DECISIONE

5G, Johnson non cede a Trump: nessun “ban” a Huawei

Il governo britannico autorizza i cinesi alla realizzazione delle nuove reti, esclusa la core network. Quota limitata al 35% nella rete periferica. L’azienda: “Rassicurati dalla conferma di poter continuare a lavorare con i nostri clienti”. Gli Usa delusi

Pubblicato il 28 Gen 2020

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Uso limitato della tecnologia di Huawei per il 5G britannico. Il governo britannico ha infatti annunciato che Huawei sarà autorizzata a partecipare alla realizzazione della rete wireless 5G ma sarà esclusa dalle parti “core” del sistema. Lo ha annunciato il governo di Boris Johnson al termine di una riunione decisiva del Consiglio di sicurezza nazionale.

Delusione trapela dagli Usa che avevano spinto per un bando totale della compagnia cinese, che Washington accusa di legami con l’intelligence di Pechino. “Siamo delusi da questa decisione”, spiegano fonti dell’amministrazione americana citate dall’Afp. “Non esiste sicurezza nel controllo di qualsiasi parte di una rete 5G se i fornitori sono poco attendibili”, si aggiunge.

Nella dichiarazione, che non menziona chiaramente Huawei, il ministero della Cultura, dei media e del digitale ha annunciato che i player “ad alto rischio” saranno “esclusi dalle parti sensibili della rete 5G “e saranno soggetti a un limite del 35% sulla loro partecipazione a parti non strategiche, essenzialmente le antenne”.

“I ministri hanno convenuto che gli operatori britannici dovranno aggiungere ulteriori garanzie ed escludere i fornitori ad alto rischio da determinate parti delle loro reti di telecomunicazione che sono cruciali per la sua sicurezza”, speiga la nota. I produttori in oggetto saranno quindi “esclusi da tutte le infrastrutture cruciali per la sicurezza nazionale”, da “funzionalità centrali e sensibili della rete”, da “aree geografiche sensibili, in particolare vicino a siti nucleari e basi militari”, e con “una quota limitata al 35% nella rete periferica”, vale a dire le antenne a rele” per la trasmissione del segnale.

Sulla decisione del governo Johnson pesano le critiche delle opposizioni e di una parte di parlamentari del suo stesso partito conservatore, ma soprattutto le attese reazioni dagli Usa di Donald Trump, sponda importante in vista della Brexit. Il premier britannico ha dovuto del resto barcamenarsi – spiega la Bbc – fra la minaccia di contraccolpi nelle relazioni con l’alleato americano (anche in materia di cooperazione d’intelligence nell’ambito dei Paesi anglofoni del gruppo Five Eyes); e quella di Pechino, partner economico in crescita, di ritorsioni commerciali laddove Huawei fosse stata tagliata fuori del tutto.

Il commento di Huawei

Huawei, si è detta “rassicurata dalla conferma da parte del governo britannico di poter continuare a lavorare con i clienti per assicurare lo sviluppo delle reti 5G secondo i piani previsti”.

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“Si tratta di una decisione basata sui fatti che garantirà un’infrastruttura di telecomunicazioni più avanzata, sicura ed economicamente vantaggiosa e permetterà al Regno Unito l’accesso a tecnologie leader a livello mondiale in un mercato competitivo – si legge in una nota – Da oltre 15 anni forniamo tecnologia all’avanguardia agli operatori di telecomunicazioni nel Regno Unito. Faremo leva sulla nostra solida esperienza, supportando i nostri clienti che investono nelle reti 5G, promuovendo la crescita economica e aiutando il Regno Unito a rimanere competitivo a livello globale”.

“Riteniamo che un mercato dei fornitori diversificato e una concorrenza leale siano essenziali per realizzare una rete affidabile e innovativa, oltre a garantire ai consumatori l’accesso alla migliore tecnologia disponibile”, conclude Huawei.

Le mosse della Ue

La Ue vuole definire “regole stringenti” per lo sviluppo della rete 5G in Europa, non escludere il colosso cinese Huawei. Lo ha indicato il commissario Ue Thierry Breton nel corso di una audizione all’Europarlamento. “Non si tratta di discriminare, si tratta semplicemente di fissare norme, che saranno rigorose, esigenti e ovviamente daremo il benvenuto in Europa a tutti gli operatori che saranno disposti ad applicarle”, ha spiegato Breton. Domani la Commissione Ue presenterà quella che ha definito “cassetta degli attrezzi” definita dagli Stati membri e dalla Commissione. Viene riconosciuto il principio per cui ogni Paese, per ciascun operatore, ogni Stato deve avere diverse fonti di fornitori “per mitigare i rischi”.

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