POLITICHE PER LE TLC

5G, Urso: “Italia diventerà punto di riferimento nei mercati in via di sviluppo”

Il ministro accende i riflettori sulle opportunità che si aprono per il futuro. “Abbiamo università e sistemi industriali che ci permettono di essere tra i Paesi leader”. Da gennaio 2024 quattro dipartimenti hi-tech al Ministero per le imprese e made in Italy

Pubblicato il 05 Dic 2023

Adolfo Urso 2

L’Italia è “al centro del processo di infrastrutturazione” e “nelle mie missioni nel Golfo, negli Emirati e in Qatar abbiamo affrontato le tematiche per realizzare reti che consentano all’Italia di diventare il punto di riferimento verso i nuovi mercati in sviluppo”, anche grazie a “università e sistemi industriali che ci permettono di essere tra i Paesi leader nel nostro continente”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in occasione dell’evento dal titolo “Ericsson day – 5G for critical national infrastructure“, che si è svolto ieri a Roma.

I nuovi quattro dipartimenti del ministero

Urso ha precisato che “per venire incontro ai piani di connettività ci vuole un pieno sviluppo del 5G”, aggiungendo che si sta delineando “un quadro articolato che si completa con un’importante novità a lungo attesa dal comparto che si realizza con un emendamento al decreto Concorrenza, che rappresenta una svolta in merito ai limiti elettromagnetici, con una norma che aumenta avvicinandoci al resto dell’Europa i limiti”. Secondo Urso, “con questa norma che tra poco diventerà effettiva abbiamo superato una sorta di tabù rispetto ai limiti elettromagnetici“. Per gli operatori si tratta di “un importante driver”, i cui benefici si faranno sentire sullo “sviluppo di nuovi servizi, dai trasporti alla sicurezza alla medicina a tanti altri ambiti”.

Dal primo gennaio, infatti, “ci saranno quattro dipartimenti” al ministero delle Imprese e del made in Italy: quello di politica industriale e delle Imprese del made in Italy, quello che guarderà alle tecnologie del futuro, quindi all’Intelligenza artificiale, quello del mercato della concorrenza e quello che riguarderà la struttura territoriale del ministero, che grazie a questo network potrà aiutare il sistema dalla più lontana delle province”, ha concluso Urso, ricordando che “il processo di ristrutturazione e di infrastrutturazione delle reti mobili nasce alla fine degli anni 80 e grazie agli step evolutivi siamo giunti a una capacità di trasmissione dei dati sempre più performante, fino ad arrivare alle reti di quinta generazione, che è un traguardo importante anche per le famiglie italiane”. Urso ha poi spiegato che “Ericsson ha fatto tanto e ancora tanto può fare in Italia”. In particolare, la presenza del gruppo svedese in Italia dimostra “come il nostro Paese possa essere sempre più attrattivo per gli investimenti”.

Per costruire le reti del futuro servono anche nuove regole

All’evento organizzato a Roma era presente anche Fredrik Jejdling, vice presidente esecutivo e capo del Business Area Networks di Ericsson. “L’Europa ha tardato a implementare la tecnologia 4G ed è arrivata in ritardo all’economia delle app. Se ci muoviamo rapidamente, possiamo cavalcare l’onda degli sviluppi che il cloud e le tecnologie aperte porteranno. La rete 5G diventerà una piattaforma aperta che sarà arricchita da tutti gli sviluppatori di app dell’ecosistema e che porterà nuovi modelli di business per l’intero settore”, ha detto il manager, che parlando delle tecnologie di ultima generazione, ha aggiunto: “il miracolo mobile continua. Siamo arrivati a quota 1,6 miliardi di abbonamenti al 5G nel mondo: la generazione di rete mobile che si sta affermando più veloce di sempre. In questo contesto Ericsson guida le implementazioni, gestendo il 50% del traffico dati mondiale su reti 5G al di fuori della Cina. Ma solo il 30% del 5G standalone, ossia reale, è implementato fuori dalla Cina. Il 5G reale è un prerequisito per la monetizzazione del 5G”.

In più “l’Europa è attualmente in ritardo rispetto al resto del mondo per quanto riguarda la diffusione della banda larga, con una copertura di appena il 25% (guidano Stati Uniti 85% e Cina 95%)”.

Il manager ha anche sottolineato “l’eccessiva frammentazione del settore tlc” e la difficoltà a “generare un ritorno del capitale investito. Mentre lavoriamo per cambiare il contesto regolatorio, dobbiamo anche garantire il prossimo passo nella costruzione delle reti del futuro. Creare ora il prossimo capitolo dell’industria e definire il futuro delle telecomunicazioni e della digitalizzazione europea”.

Un futuro che passa anche dalla sostenibilità: ”Ericsson ha l’obiettivo NetZero entro il 2040 (il 99% delle emissioni totali del gruppo è legato alle reti mobili: Il 91% è legato all’energia e il 9% alle emissioni della catena di fornitura). L’obiettivo è spingersi oltre i confini della tecnologia, continuando a migliorare la capacità, l’efficienza energetica e il peso dei nostri prodotti rispetto alle generazioni precedenti” ha concluso il manager.

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