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5G, Baggioni (Vodafone): “Nella sanità e nella mobilità i benefici più rilevanti”

Il direttore del Programma 5G della compagnia: “Per accelerare la trasformazione serve investire sulla formazione in ottica di contaminazione delle competenze”

Pubblicato il 16 Dic 2020

baggioni

Il 5G è uno straordinario driver per implementare la medicina e il consulto a distanza. Vodafone Italia, in collaborazione con Itatel-Exprivia e Humanitas, ne ha testato le potenzialità in un progetto di tele-radiologia.

Sabrina Baggioni, Direttore Programma 5G Vodafone Italia, ha delineato le caratteristiche innovative dell’iniziativa in occasione dell’edizione invernale di Telco per l’Italia. “Tra le due sedi, quella di Rozzano e quella di Pio X, dell’Istituto Clinico Humanitas è stata realizzata una sperimentazione 5G per la radiologia – ha spiegato Baggioni – Nella sede milanese sono stati collegati in 5G la sala della risonanza magnetica e il macchinario: grazie alla banda altissima e la latenza al millisecondo, il tecnico radiologo è in grado di condividere con il medico, di stanza a Rozzano, dati e immagini in tempo reale già durante l’esecuzione della risonanza magnetica. In questo modo di abbattono i tempi di esecuzione perché magari una zona non è chiara, e anche di diagnosi perché lo specialista ha subito a disposizione le informazioni che gli servono per capire la patologia”. La soluzione si è rivelata particolarmente preziosa nel periodo   di emergenza sanitaria perché ha reso possibile la continuità di servizio, evitando spostamenti per il personale sanitario e riducendo al minimo quelli dei pazienti.

Ma la teleradiologia è solo una delle applicazioni del 5G. “Un altro settore è quello della chirurgia- ha ricordato la manager – In questo caso Vodafone è scesa in campo con il San Raffaele di Milano: tra due sedi dell’istituto si è sperimentato un intervento a distanza.  Grazie al 5G il chirurgo è intervenuto sul paziente, utilizzando pinze manipolatrici e laser telecontrollati. Il 5G ha permesso al chirurgo di operare con la stessa precisione di un’operazione tradizionale, anche in questo caso all’altissima banda e alla bassa latenza”.

La sanità, insieme ai trasporti saranno i due grandi settori dove i potranno testare i benefici del 5G – ha sottolineato Baggioni – Ma perché ci sia un radicale cambio di ecosistema servono regole protocolli e procedure adeguate. Inoltre serve investire sulla formazione in ottica di contaminazione delle competenze: per spingere il 5G p necessario integrare le skill, quelle relative all’AI con la biomedica, l’ingegneria tanto per fare un esempio”.

Ultimo, ma non meno importante, elemento si cui intervenire è quello dei device industriali per il 5G che, secondo Baggioni, non sono sufficienti ad abilitare la trasformazione.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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