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Huawei, “minacce” Usa frenano i piani del governo Uk

Londra potrebbe rivedere la decisione, riportata dalla stampa britannica, di consentire all’azienda cinese una partecipazione, seppur limitata, al cantiere 5G. Il segretario di Stato Mike Pompeo: “Washington collaborerà solo con Paesi dotati di network affidabili”

Pubblicato il 09 Mag 2019

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Il governo britannico potrebbe rinviare, e forse ripensare, la decisione che anticipazioni mediatiche gli attribuiscono da giorni di aprire uno spiraglio a una partecipazione pur limitata di Huawei alla fornitura di componenti per il sistema di telecomunicazione 5G. Lo scrivono oggi alcuni giornali del Regno all’indomani della visita a Londra del segretario di Stato Mike Pompeo, il quale ha ribadito l’ostilità dell’amministrazione Trump al colosso cinese, accusato dagli Usa di legami con l’intelligence di Pechino.

In pubblico, dopo gli incontri con il ministro degli Esteri, Jeremy Hunt, e con la premier, Theresa May, la questione è stata toccata solo di sfuggita e senza annunci di sorta. Ma stando a testate come I, Pompeo ha confermato la minaccia di conseguenze sulla cooperazione d’intelligence con Londra se il più stretto degli alleati europei non si allineerà a Washington su questo dossier.

Mentre il Daily Telegraph riferisce d’una battuta provocatoria rivolta alla May dall’ospite americano, secondo cui “Margaret Thatcher avrebbe già bloccato Huawei.

In un’intervista a Sky Pompeo si è sbottonato. “Riteniamo che non possiate avere queste tecnologie nei vostri sistemi mantenendo un network affidabile”, ha dichiarato il capo della diplomazia Usa, avvertendo che Washington potrebbe non condividere più informazioni di intelligence con Londra se consentirà l’ingresso di Huawei nelle loro reti di quinta generazione. “Gli Usa collaboreranno solo con network affidabili e condivideranno informazioni americane solo con network sui quali siamo sicuri – ha dichiarato – che non siano sotto il controllo della Cina o del governo cinese”.

Intanto ieri a Vancouver la Cfo, Meng Wanzhou, comparsa ieri in udienza a Vancouver sulla richiesta di estradizione negli Usa. Secondo gli avvocati difensori della manager cinese. “Fin dall’inizio, Huawei ha creduto fermamente nell’innocenza della signora Meng. Sosteniamo che il suo arresto ordinato dagli Stati Uniti sia stato illegale, un abuso di potere mosso da considerazioni politiche e tattiche e non dallo stato di diritto”, dicono gli avvocati difensori della manager cinese.

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