L'OPERAZIONE

Intel “vira” sul 5G con un’acquisizione mirata all’edge computing

L’azienda di Santa Clara si porta a casa la “piccola” canadese Pivot Technology Solutions per 27 milioni di dollari che ha in pancia la piattaforma Smart Edge in grado di abbattere la latenza sulle reti di Tlc. Dan Rodriguez: “Puntiamo ad accelerazione”

Pubblicato il 17 Ott 2019

Antonio Dini

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Intel, il colosso di Santa Clara ha acquistato da Pivot Technology Solutions, una piccola azienda ad alto contenuto tecnologico canadese specializzata nella tecnologia Smart Edge, che serve per il bilanciamento dei dati sulle reti, avvicinandoli agli utenti e riducendo la latenza, seguendo in modo innovativo le pratiche di edge computing. Il software è progettato per funzionare sui chip dell’azienda di Santa Clara che spera di utilizzarlo per spingere le vendite delle sue soluzioni hardware nel mercato 5G.

L’acquisizione, dal valore di 27 milioni di dollari, mira a portare i chip di Intel al centro degli apparati di rete utilizzati per la prossima generazione di telefonia mobile, che è passata alla fase operativa di lancio in questi mesi.

Secondo i dati finanziari di Pivot, il software Smart Edge non ha generato un flusso di cassa significativo nei primi sei mesi del 2019, e al netto dei deprezzamenti e ammortamenti ha causato un milione di dollari di perdite. A luglio negli Stati Uniti è stato assegnato un brevetto a Pivot per le tecnologie create per Smart Edge. L’azienda canadese ha un valore complessivo stimato di 43 milioni di dollari.

L’accordo tra Intel e Pivot dovrebbe essere chiuso entro la fine dell’attuale trimestre. Per l’azienda di Santa Clara si apre una opportunità strategica per cercare di espandere i propri prodotti oltre il tradizionale mercato di computer personali e datacenter verso il mondo della apparecchiature per l’infrastruttura della telefonia mobile di quinta generazione.

Nelle reti infatti sempre più dati devono venir archiviati e tenuti a disposizione degli utenti nei computer e negli altri apparati di rete in prossimità delle torri di trasmissione per ridurre la latenza. Tenere i dati in questa classe di apparecchiature, una pratica che nel settore viene definita di “edge computing“, permette infatti di avere file di grandi dimensioni come ad esempio video o videogiochi, disponibili in modo molto più rapido per gli utenti rispetto alle tradizionali soluzioni nelle quali i dati sono conservati su server centrali, alle volte anche molto distanti geograficamente dall’utente finale.

“Il nostro obiettivo – ha detto Dan Rodriguez, general manager della divisione “network compute” dell’Intel Data Center Group – è quello di sfruttare al massimo le nostre tecnologie e le nostre competenze assieme a quelle di Smart Edge, per accelerare lo sviluppo del mercato dell’edge computing”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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