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IoT, Vodafone cala l’asso sui servizi per il mondo consumer

Svelata l’offerta V by Vodafone, che contempla quattro dispositivi connessi gestibili direttamente dallo smartphone. Operazione al via contemporaneamente in Italia, Spagna, Germania e UK

Pubblicato il 07 Nov 2017

Domenico Aliperto

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L’infrastruttura c’è, la domanda – seppur embrionale – pure. E dunque Vodafone cala l’asso dei servizi Internet of Things dedicata ai consumatori. Un’offerta, chiamata V by Vodafone, lanciata in contemporanea in Italia, Spagna, Germania e UK e declinata per il momento su quattro dispositivi connessi che funzionano in modalità plug & play e che permetteranno agli utenti di monitorare direttamente dal proprio smartphone bagagli, animali domestici, automobili e, tramite la videosorveglianza, aree private. L’annuncio è stato fatto stamattina a Milano, in occasione di una conferenza stampa a cui hanno preso parte Fabrizio Rocchio, Cto di Vodafone Italia, e Costanza Tarola, Head of Innovation & Consumer Services.

Rocchio ha aperto l’incontro delineando l’avanzamento dei lavori che stanno facendo evolvere la rete dell’operatore verso il 5G. “Una trasformazione iniziata nel 2014 con il piano Spring e che oggi vede le città di Milano, Firenze, Palermo, Verona, Bologna e Torino raggiunte dal segnale 4.5G con capacità trasmissive fino a 800 Mbps. Ma il 4G ha ancora molta strada da fare”, ha detto Rocchio. “Oggi questa tecnologia viene utilizzata per scambiare il 70% delle informazioni trasmesse in rete. I volumi dei dati crescono anno su anno con tassi del 70%, spinti dai clienti che usano servizi sempre più ‘bandivori’, con un aumento significativo delle operazioni in uplink, che necessitano di network estremamente performanti”.

L’affermazione dell’Internet delle Cose vero e proprio scardinerà molti di questi parametri. Se il potenziamento del 4G (a cui si aggiunge l’adozione del Narrowband IoT) ha portato alla connessione di 1.500 oggetti alla stessa cella, con latenze che possono raggiungere i 10 millisecondi, grazie al 5G il numero di dispositivi connessi a una singola antenna aumenterà di tre ordini di grandezza e la latenza arriverà a un millisecondo. Sono requisiti indispensabili se si vuole anche solo ipotizzare una realtà in cui il traffico di milioni di connected car sarà regolato da sistemi intelligenti integrati nelle smart city del futuro.

Ma in quest’ottica l’architettura della rete va ripensata anche in funzione della residenza dei dati. “Le informazioni devono essere geograficamente prossime al terminale, e questo implica una ridistribuzione dei data center, che saranno più piccoli e più vicini ai punti in cui l’informazione è necessaria”, ha spiegato Rocchio, precisando che i network 5G saranno inoltre in grado di allocare in tempo reale prestazioni e risorse in base alle applicazioni, ai loro requisiti e alla loro importanza all’interno dell’ecosistema. Le prime sperimentazioni stanno avendo luogo nell’area metropolitana di Milano, dove Vodafone ha vinto il beauty contest del Mise per l’installazione di una rete 5G e per la prototipazione di servizi e use case di nuova generazione. “Entro il 2018 l’80% della città sarà raggiunta dal segnale, mentre avrà piena copertura nel 2019”, ha continuato Rocchio. “Stiamo sviluppando su sette diversi filoni (dalla mobility all’Industry 4.0 passando per e-health ed education, ndr) 41 casi d’uso, collaborando con 28 partner specializzati e con il contributo fondamentale del Politecnico di Milano”.

V by Vodafone è dunque un primo assaggio di quello che vedremo nei prossimi anni. L’operatore intende sfruttare l’esperienza maturata finora e il vantaggio competitivo a livello internazionale nel mondo enterprise (passano dai suoi network 59 milioni di oggetti connessi in 32 mercati, in Italia sono sette milioni i device in circolazione, il 49% dell’intero parco IoT) ponendo le basi per una piattaforma caratterizzata da un unico marketplace senza confini. “V è un ecosistema che si contraddistingue per l’estrema flessibilità, visto che sfrutta tutti i tipi di connessione, dal 2G al 4G senza aver bisogno del Wi-Fi, in 32 Paesi e senza alcun costo aggiuntivo per il cliente”, ha spiegato Costanza Tarola. “L’attivazione è semplice e immediata: basta inquadrare con lo smartphone il QR code di ciascun dispositivo per abilitare la V-SIM (la scheda specifica per i dispositivi connessi, ndr), le cui tariffe sono collegate alla SIM del cliente, che con la V-app può gestire i device e aggiungerne di nuovi”.

Gli ambiti applicativi, come detto, sono quattro, e corrispondono ad altrettanti prodotti: V Auto, con cui si possono attivare i servizi Auto SOS, la chiamata SOS per ricevere aiuto in caso di emergenza o di incidente, Trova la mia auto, per geo localizzare e monitorare la posizione del proprio veicolo e Livello di sicurezza della guida, il punteggio che consente al guidatore di controllare e valutare il proprio stile guida per ogni percorso; V-Camera, la video camera di sicurezza in alta definizione attraverso cui i clienti potranno monitorare e registrare da remoto qualsiasi luogo coperto da rete 3G e 4G; V-Pet, il tracker per animali domestici che consente di individuarne la posizione, i movimenti e lo stato di attività; V-Bag, il tracker per valigie, borse a mano e zaini pensato per ridurre il rischio di furti e smarrimento.

“Sono tre le linee guida con cui abbiamo ideato l’offerta”, ha concluso Tarola. “Innanzitutto la ricerca della massima semplicità e intuitività dell’esperienza d’uso, quindi la costruzione di partnership con produttori best in class per ciascun settore e ultima, ma non per importanza, la garanzia di sicurezza e affidabilità dei servizi”.

La linea V by Vodafone è disponibile da oggi nei negozi del gruppo, con prezzi che vanno dai 59 euro dei tracker V-Bag ai 379 euro della V-Camera.

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