FREQUENZE

Più vicina l’asta 5G, bollino blu antitrust alla legge di Bilancio

L’authority guidata da Giovanni Pitruzzella dà l’ok alla gara prevista in Finanziaria e alle proposte di Agcom. Serve “garantire e ampliare condizioni di mercato concorrenziali e che incentivino gli investimenti nei servizi di Tlc mobile”. Valutate positivamente “riserve e limiti all’acquisizione” di spettro radio. Ora “procedere in modo celere”

Pubblicato il 03 Apr 2018

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Più vicina la gara 5G. Approvato dall’Antitrust quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2018 e le proposte di Agcom per le regole di gara. La partita finale si giocherà alla fine dell’estate, quando il ministero dello Sviluppo darà il via alle procedure di gara per le assegnazioni delle licenze. Le frequenze che andranno a gara sono state identificate seguendo le indicazioni della Commissione Ue (“5G Action Plan”): saranno infatti assegnati i lotti di frequenze inclusi nelle cosiddette bande pioniere: le bande a 700 MHz, 3.400–3.800 MHz e 24,5–27,5 GHz. Lo Stato prevede di incassare almeno 2,4 miliardi: i primi 1,25 dovranno essere versati subito dopo la gara, entro il 31 dicembre 2018.

L’asta deve rappresentare “un’opportunità per garantire e ampliare condizioni di mercato concorrenziali e che incentivino gli investimenti nei servizi di telecomunicazione mobile” è il giudizio dell’authority guidata da Giovanni Pitruzzella nella segnalazione inviata al Mise e all’Agcom, nella quale si sottolinea che il mercato della telefonia mobile “presenta le caratteristiche di un mercato oligopolistico, il cui livello di concentrazione è aumentato ad esito dell`operazione di concentrazione tra Wind Telecomunicazioni e H3G, favorendo rischi concorrenziali di natura unilaterale e, soprattutto, di natura coordinata”.

In un contesto del genere, scrive l’Antitrust, serve assicurare che il processo di assegnazione delle frequenze per il 5G rappresenti “un’opportunità per l`ingresso e l`affermazione di nuovi operatori”, allo scopo di ridurre il livello di concentrazione nel mercato in oggetto.

La definizione di regole di gara che favoriscano l’ingresso o il consolidamento di nuovi operatori “appare inoltre necessario – dice Antitrust – alla luce della prassi invalsa nei precedenti anni di rinnovare i diritti d’uso delle frequenze senza lo svolgimento di nuove procedure competitive. Sebbene il rinnovo dei diritti d’uso delle frequenze sia previsto, per una sola volta e per un periodo massimo di 15 anni, si deve osservare che – alla luce del fatto che alcuni operatori storici possono far affidamento a frequenze il cui diritto d’uso ha una durata anche di 35 anni – l’assegnazione di nuove frequenze (il c.d. dividendo digitale) rappresenta l’unico momento in cui è possibile l’entrata di nuovi operatori o il consolidamento di operatori (sia infrastrutturati che virtuali)”.

Per cui l’Autorità valuta “positivamente le riserve e i limiti all’acquisizione delle frequenze previsti nello schema di delibera posta in consultazione”. Bene dunque la specifica suddivisione in blocchi proposta da Agcom e il tetto di 100 Mhz per le frequenze 3,4-3,6 Ghz.

In generale, si ritiene necessario procedere “in modo celere con lo svolgimento delle procedure competitive oggetto della bozza di provvedimento, nonché con la liberazione e messa a disposizione della banda 700 MHz agli operatori mobili, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale ed europea”.

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