#5G360SUMMIT

Rangone: “Il 5G apre nuovi mercati ma occorre un cambio di rotta”

L’Ad di Digital360: “Gli operatori devono trovare un ruolo nei servizi digitali, storicamente dominati dagli Ott”. Priorità a big data, IoT e intelligenza artificiale

Pubblicato il 13 Dic 2018

Rangone-Andrea

Il 5G apre nuovi mercati digitali e rappresenta un’opportunità in primis per le imprese del settore delle telecomunicazioni. Ma la gara sulle frequenze ha comportato un esborso molto rilevante per gli operatori con il rischio di un paradossale dualismo economico tra le Telco che hanno investito per la nuova infrastruttura e le imprese ‘digitali’ che ne coglieranno i benefici. Nel contempo, con l’ingresso dei nuovi operatori low cost nel mobile, si è riaccesa la guerra dei prezzi che si sono già ridotti di oltre il 40% negli ultimi 16 anni”. Con queste parole l’Ad di Digital360, Andrea Rangone, ha aperto il 360 summit “5G: L’Italia sarà leader?”.

Secondo Rangone “il settore Telco in Italia, così com’è, non è più sostenibile: occorre un importante cambio di direzione”.

Gli operatori devono finalmente trovare un ruolo nei mercati dei nuovi servizi digitali, abilitati dalle reti di nuova generazione – ha spiegato – A livello politico e regolatorio è ora di affrontare temi critici come quelli della net neutrality, la separazione della rete, il pricing dei servizi e le condizioni per l’ingresso sul mercato di nuovi operatori. Solo così l’Italia potrà essere davvero leader nella rivoluzione del 5G”.

“Il settore delle telecomunicazioni non è come tutti gli altri: gestisce le infrastrutture più strategiche per un Paese nel ventunesimo secolo, cioè quelle che abilitano la quarta rivoluzione industriale, basata sul digitale pervasivo, l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale, i big data, il cloud, la blockchain – ha detto Rangone –  Ma il mercato dei servizi digitali finora è stato dominato dagli over-the-top, che hanno visto crescere in questi anni fatturato e margini. Le Telco, culturalmente lontane dalle tecnologie digitali, invece hanno faticato a ricoprire un ruolo rilevante in questi nuovi mercati”.

“Questo ritardo, unito all’eccessiva pressione regolatoria e all’accesa competizione sui prezzi fra gli operatori, oggi mette a rischio la sostenibilità del settore, che ha visto ridurre i ricavi di circa il 30% negli ultimi dieci anni – ha concluso – È arrivato il momento di invertire la rotta: le Telco per sopravvivere devono cambiare”.

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