LA PROTESTA

Agcom, i sindacati: “Valorizzare la sede napoletana, no alla chiusura”

Venerdì 14 novembre in sciopero i lavoratori di Napoli. Cgil, Cisl e Uil: “Il Parlamento ha ribadito la centralità della struttura principale, applicare la legge”

Pubblicato il 13 Nov 2014

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La polemica parte da lontano. E’ dalla sua costituzione che si discute se L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) debba avere sede “principale” a Napoli piuttosto che a Roma. L’originaria sede di rappresentanza di Roma, nel tempo è diventata – di fatto – la sede piu’ importante. Il tira e molla tra Napoli e Roma si trascina da anni.

Ora è sfociato in scontro aperto con i sindacati interni, soprattutto quelli che rappresentano i lavoratori della sede partenopea, che hanno proclamato per venerdì 14 novembre 4 ore di sciopero. ”Le rappresentanze aziendali Fisac/Cgil, Fiba/Cisl e Uilca/Uil – si legge in una nota – hanno proclamato quattro ore di sciopero dei lavoratori della ‘Sede principale’ di Napoli, contro la scelta del Consiglio dell’Autorità che, per il tramite del Segretario Generale, ha manifestato l’intenzione di non voler applicare le decisioni del Parlamento”.

“Con l’approvazione della legge 114/2014, articolo 22, comma 9, infatti, è stata ribadita la centralità, già disposta dal Dpcm 1998, della sede principale di Napoli dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – sostengono i sindacati – che può assumere un ruolo significativo, quale punto di riferimento per lo sviluppo indotto nel Mezzogiorno, in un settore tecnologicamente avanzato. La violazione di tali decisioni del Parlamento da parte del consiglio dell’Autorità evidenzierebbero una sua subordinazione ad ingiustificabili esigenze corporative a danno di un’intera parte del Paese”.

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