LA BEST PRACTICE

Agende digitali regionali, Trentino “regina” d’Europa

A Bruxelles la conferenza del Comitato delle Regioni: riconoscimento internazionale a Trentino Network e al suo progetto Trentino in Rete applaudito fra le più virtuose best practice nella Ue

Pubblicato il 02 Lug 2013

Francesco Molica

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Enti locali e Agenda Digitale per l’Europa. Se n’è parlato oggi nel corso di una partecipata conferenza promossa a Bruxelles dal Comitato delle Regioni. E dalla quale è peraltro arrivato un convinto riconoscimento internazionale a Trentino Network e il suo progetto di punta “Trentino in Rete”, applaudito tra le più virtuose best practice dell’Ue.

L’iniziativa ha visto avvicendarsi gli interventi di amministratori locali, ministri, esperti e accademici, rappresentanti dell’industria e delle istituzioni Ue. Tra gli altri, erano presenti il Direttore generale per le reti, contenuti e tecnologie della Commissione Europea Robert Madelin, il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e ancora Mercedes Bresso, primo vicepresidente del Comitato delle Regioni ed ex governatore del Piemonte.

Tutti d’accordo nel sottolineare il ruolo di primo piano che spetta alle amministrazioni locali nel far progredire gli obiettivi della strategia comunitaria per lo sviluppo del digitale. Tutti altrettanto persuasi che quest’impegno debba possedere un raggio d’azione trasversale, nel senso che deve allargarsi a tutte le aree chiave dell’Agenda, dall’espansione delle reti di nuova generazione alla diffusione delle competenze digitali nella popolazione, passando per il miglioramento dei servizi d’e-governerment. Aprendo il dibattito in rappresentanza della presidenza di turno Ue, il ministro per le telecomunicazioni e i trasporti della Lituania Arijandas Šliupas ha ricordato “l’importanza decisiva dell’Agenda digitale nel colmare i divari economici tra le regioni d’Europa e dunque promuovere quella coesione territoriale che è tra i primi obiettivi dell’Ue”.

Certamente, proprio in campo digitale, molto è stato già fatto negli ultimi anni a livello territoriale. Le buone pratiche non mancano, e la conferenza di oggi era proprio intesa a fare da vetrina a quelle più significative o di successo. Nei tre workshop tematici – rispettivamente consacrati a “strategie digitali regionali e interregionali”, “imprenditoria digitale”, e “e-governement/e-participation” – che hanno seguito la sessione d’apertura sono stati quindi presentati in dettaglio una serie di “casi di studio” locali.

A cominciare proprio da Trentino in Rete, unico progetto di banda larga italiano presente alla conferenza, e tra gli indiscussi protagonisti della giornata. Nel corso dell’evento sono stati presentanti i numeri dell’iniziativa avviata dal Trentino con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per la raccolta delle migliori politiche locali per lo sviluppo della banda larga: 850 chilometri di fibra già stesa sui 1000 previsti, per 217 comuni connessi, anche i più remoti (perfino 55 rifugi ad oltre 3000 metri) e 520 aree con Wi-Fi gratuito. Il risultato è che da questo mese il Trentino è l’unica regione italiana dove il 99% della popolazione è coperta da una connessione ad almeno 20 mbps e almeno 1500 famiglie e 1600 aziende beneficiano del Ftth. Un successo, insomma. “È un onore per noi essere stati scelti come esempio di buone pratiche di sviluppo digitale. La Provincia ha impostato un progetto strategico con lungimiranza all’inizio degli anni duemila e ora i nostri risultati vengono riconosciuti a livello internazionale”, ha detto Sergio Bettotti, Dirigente generale in forze alla Provincia Autonoma di Trento e responsabile del Progetto Speciale di Sviluppo delle Reti Telematiche.

Soddisfazione anche da parte di Anitec, l’associazione italiana dei fornitori di Ict che ha supportato l’attuazione del progetto trentino sin dai suoi esordi. “Questo riconoscimento – ha dichiarato il presidente di Anitec Cristiano Radaelli – è un ulteriore conferma delle capacità e delle competenze delle società, delle università e dei centri di ricerca italiani operanti nel settore dell’alta tecnologia Ict. È fondamentale che le varie funzioni preposte all’avanzamento dell’agenda digitale procedano senza ulteriori indugi nel rilascio dei decreti attuativi e dei bandi europei, che costituiscono la linfa vitale per poter far crescere queste competenze strategiche per il nostro Paese”.

Tra i “progetti virtuosi” illustrati durante la conferenza sono spuntate anche diverse agende digitali regionali. In tutta Europa vi sono amministrazioni che le hanno messe in pista da anni, combinando piani d’investimento infrastrutturali e iniziative a tutto campo su competenze, imprenditoria e servizi digitali. “Idealmente tutte le regioni dovrebbero dotarsi di una propria agenda digitale locale”, ha commentato a margine della conferenza Luigi Scorca, consulente ed esperto in regolamentazione delle telecomunicazioni. Aggiungendo: “Le buone pratiche presentate oggi dimostrano che queste strategie locali sono spesso la soluzione più efficace per lo sviluppo della banda larga in Europa”. Sotto questo profilo, ha riscosso molto interesse l’Agenda digitale della regione dell’Estremadura (in Spagna), soprattutto per la maniera in cui stata concepita, attraverso un ampio e articolato processo di partecipazione dal basso e collaborazione tra istituzioni, cittadini e stakeholder locali. Tutto ciò allo scopo d’identificare le esigenze specifiche del settore regionale dell’Ict. Tra le iniziative presentate, anche quella di monitoraggio dei progetti locali sulla banda larga (MEBI), messa in atto dal CEDR (Connecting European Digital Regions), una associazione di regioni ed enti pubblici europei il cui scopo è quello di aiutare le regioni europee a dialogare, tra di loro e con la Commissione Europea, per tutto ciò che riguarda questi argomenti.

Non solo casi studio, però. L’evento è stato anche l’occasione per gettare un faro sulla molteplicità di leve finanziarie messe in campo dall’Ue per incoraggiare gli enti locali ad aumentare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi posti dall’Agenda Digitale per l’Europa. Nel corso della programmazione 2007-2013, infatti, l’Europa ha messo in palio circa 25 miliardi di euro per progetti nel campo dell’ICT. 14 miliardi sono stati erogati attraverso il canale dei fondi strutturali (Fondo europeo di Sviluppo Regionale e Fondo di Coesione): e sarebbero già 21mila i progetti locali finanziati in questo modo, principalmente nel campo dell’accesso alla banda larga e dei servizi per cittadini e Pmi. Di più, come spiegato da Robert Madelin, “la programmazione 2014-2020 prevede un rafforzamento degli stanziamenti, ed un modello innovativo per l’implementazione e la gestione dei progetti europei”.

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