L'INTERVENTO DEL MINISTRO

Alcatel-Lucent, Pellerin: “I cavi devono restare in Francia”

Il ministro dell’Economia digitale interviene sulla cessione di Asn: “Il governo impegnato a mantenere l’integrità della società e le sue radici nazionali”. Possibile un investimento da parte della Caisse des Dépôts et Consignations

Pubblicato il 15 Gen 2013

Federica Meta

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Il governo di Hollande scende in campo per mantenere in Francia il settore dei cavi sottomarini di Alcatel-Lucent. Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia digitale, Fleur Pellerin ha sottolineato che il governo “è impegnato a cercare una soluzione che mantenga l’integrità di Alcatel Submarine Networks (Asn) e le sue radici nazionali”.

“Le attività di Asn – ha spiegato Pellerin a Les Echos – fanno parte di quel gruppo di attività per il quale il Fondo strategico per gli investimenti (Fsi) può entrare in gioco e rilevare una quota di minoranza al fianco di altri investitori”. La Caisse des Dépôts et Consignations (Cdc), tramite appunto l’Fsi, è già azionista per un importo di 3,6% di Alcatel-Lucent. “Consideriamo – ha sottolineato il ministro francese – le attività dei cavi sottomarini strategiche per le connessione in banda larga all’estero, in particolar modo nel continente africano nonché per la sicurezza informatica della Francia stessa”.

Con la cessione di Asn e il settore delle reti di impresa AlcatelLucent pensa di poter recuperare fino a 1,5 miliardi. In quetso contesto la Cdc potrebbe facilitare l’acquisizione della filiale di cavi, prendendo parte al tavolo dei negoziati: si tratta ti un affare stimato tra 600 e 700 milioni.

Alcatel Lucent ha ottenuto il mese scorso da Goldman Sachs e Credit Suisse un prestito 1,6 miliardi di euro impegnati in particolar modo sulle attività relative ai 29.000 brevetti. L’accordo con le banche prevede che la somma sia restituita in un periodo di tempo compreso tra i tre e mezzo ai sei anni. L’operazione, secondo la holding transalpina, “garantisce una maggiore flessibilità delle attività operative e della struttura del capitale”. In particolare aiuterà Alcatel-Lucent a mettere in atto il piano di riduzione dei costi annunciato lo scorso luglio, che prevede tagli per 1,25 miliardi di euro entro fine 2013 e circa 5.500 licenziamenti in tutto il mondo. Il prestito aveva preoccupato governo e sindacati, che temono che le banche possano mettere le mani sui brevetti nel caso che il fornitore sia inadempiente.

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