Alcatel-Lucent verso la cessione di Trieste, i sindacati: “Occupazione a rischio”

La società firma una lettera di intenti con l’americana Flextronics per la venbita dello stabilimento. L’Ad Loiola: “Per il sito friulano occasione di crescita”. Fiom e Fim chiedono l’intervento del governo

Pubblicato il 14 Mag 2015

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Alcatel-Lucent pronta alla cessione dello stabilimento di Trieste. La società ha siglato una lettera di intenti con Flextronics finalizzata alla trattativa relativa alla cessione dello stabilimento e delle attività di produzione di apparati di trasporto ottico della città friulana Trieste. I dettagli finanziari della prevista cessione non sono resi pubblici.

I dettagli finanziari della prevista cessione non sono resi pubblici. I termini dell’ operazione in oggetto, per la quale è stata avviata la procedura di consultazione sindacale, sono sottoposti alle autorizzazioni di legge e degli enti regolatori e dovranno essere oggetto di un contratto vincolante con la società Flextronics.

“Lo stabilimento di Trieste è una struttura altamente innovativa e all’avanguardia, specializzata nella produzione e nell’integrazione degli apparati ottici di Alcatel-Lucent per i clienti di tutto il mondo. La prospettata cessione consentirà al sito di espandere le proprie attività e diversificare i clienti serviti, sviluppando ulteriormente le competenze e le capacità nell’ambito della produzione di apparati ottici – si legge nella nota diffusa da Alu – A valle della positiva conclusione del percorso volto al trasferimento, il sito di Trieste continuerà a produrre apparati di trasporto ottico di nuova generazione per Alcatel-Lucent, la cui strategia è focalizzata su trasporto, reti IP, cloud e accesso a banda ultra larga”.

Con un fatturato di circa 26 miliardi dollari, una presenza in circa 30 paesi su quattro continenti, Flextronics è un’azienda di soluzioni per la supply chain end-to-end, che collabora alle attività di produzione degli apparati di rete di Alcatel-Lucent.

“Crediamo che questa ipotesi per il sito di Trieste e per i dipendenti coinvolti possa rappresentare un’opportunità eccellente per crescere all’interno di un’azienda leader mondiale in cui le competenze di ingegnerizzazione e di produzione di tecnologie innovative sono fondamentali – commenta l’Ad e presidente di Alcatel-Lucent Italia, Roberto Loiola – E’ nostra intenzione far si che Flextronics possa avere la possibilità di sviluppare il sito e farne un suo centro di competenza globale, capace di giocare un ruolo ancora più importante per la fabbricazione di apparati per il trasporto ottico di nuova generazione, in grado di soddisfare le esigenze dei nostri clienti di tutto il mondo, le cui reti stanno velocemente evolvendo verso le nuove tecnologie all-IP”.

La cessione dello stabilimento giuliano sarebbe slegata dall’operazione di assorbimento con la finlandese Nokia.

L’annuncio della lettera di intenti ha subito allertato i sindacati. La Fiom “esprime la sua netta contrarietà rispetto a questa scelta che mette a rischio uno stabilimento manifatturiero che produce apparati di comunicazioni ottiche e occupa circa 800 lavoratori”, avverte Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom-Cgil ricordando che Flextronics è stata protagonista nel 2000 di due acquisizioni, la divisione hardware di Italdata e la Siemens dell’Aquila “entrambe dismesse dopo pochi anni”.

“Per la Fiom, alla luce dell’annuncio della fusione tra Alcatel-Lucent e Nokia, è necessario che l’azienda blocchi la cessione dello stabilimento a Flextronics, che ha come unico obiettivo quello di fare cassa attraverso la vendita di un’eccellenza che in questo momento fa grossi volumi di fatturato – dice Turi – Il Governo deve immediatamente convocare i vertici della multinazionale finlandese per fare chiarezza sul futuro del nuovo gruppo in Italia. Già da domani i lavoratori saranno in sciopero contro questo ultimo annuncio, fulmine a ciel sereno, foriero di nuovi e gravi problemi occupazionali”.

Timori anche da parte della Fim. “Temiamo per l’ennesima volta, che dietro la cessione del sito di Trieste ci sia solo la volontà da parte dell’azienda di fare cassa – spiega coordinatore nazionale Fim Cisl Alcatel Giuseppe Ricci – Non ci è stato, infatti, presentato nessun piano industriale e la storia recente, ci dice che fine hanno fatto le esternalizzazioni degli stabilimenti di Rieti, fallita e di Battipaglia oggi in liquidazione. Chiediamo al Governo di evitare che sull’operazione di acquisto da parte di Nokia ad Alcatel-Lucent ne facciano le spese ancora una volta i lavoratori. Il Governo deve attivarsi con Alcatel, per sospendere l’operazione di cessione del sito di Trieste, in attesa che l’operazione di fusione con Nokia venga completata e trovare dentro la nuova società, una soluzione di sviluppo industriale del sito dentro la strategia del nuovo Gruppo”.

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