LA VERTENZA

Almaviva apre al ritiro dei licenziamenti, ma è braccio di ferro coi sindacati

Al tavolo sulla crisi l’azienda si è detta disponibile ad individuare soluzioni alternative ai 3mila tagli purché sia garantita “la necessaria sostenibilità dell’attività aziendale nei siti produttivi interessati”. Slc, Fistel e Uilcom chiedono di più: stop agli esuberi e solidarietà per tutte e sei le sedi del gruppo. Nuovo round mercoledì

Pubblicato il 19 Apr 2016

F.Me

almaviva-140430181240

C’è una prima apertura da parte di Almaviva, che si è detta disponibile “ad individuare soluzioni alternative alla procedura di licenziamento in corso” per i lavoratori dei call center di Palermo, Roma e Napoli. In tutto quasi 3mila esuberi. Uno spiraglio arrivato dopo l’incontro con i sindacati, che però mostrano ancora scetticismo e aspettano il vertice al ministero dello Sviluppo economico, convocato per mercoledì. Sarà quindi quella la data decisiva per capire quali sono le carte in tavola.

Per ora c’è la nota del gruppo, in cui si legge come Almaviva voglia agire “nel quadro del percorso indicato dal Governo”. Ma, mette in chiaro il gruppo, “la richiesta di ricorrere ad ammortizzatori sociali, avanzata dal sindacato, può essere collocata nel solo contesto che garantisca la necessaria sostenibilità dell’attività aziendale nei siti produttivi interessati dagli esuberi”.

La proposta di revoca, avanzata dal gruppo, è condizionata alla definizione di un nuovo contratto di solidarietà ( con la riduzione dei salari di oltre 30%) fino a dicembre e solo nei tre siti di Palermo, Napoli, Roma, per i quali ha avviato le procedure di licenziamento collettivo, che diventeranno esecutive il 4 giugno.

Per il segretario generale della Uilcom Salvatore Ugliarolo, ciò significherebbe “rinnovare gli ammortizzatori, in scadenza a maggio e ora utilizzati su tutti i siti, solo nei tre per cui sono stati dichiarati i licenziamenti”. La Uilcom è comunque pronta a ragionare. “Vedremo mercoledì se mercoledì si può pensare a una soluzione che passi per il ritiro dei licenziamenti”, dice il sindacalista.

I sindacati all’azienda hanno avanzato una controproposta: la revoca degli esuberi e il ricorso ai contratti di solidarietà per le sei sedi del gruppo, non solo per le tre sedi interessate dal piano di ristrutturazione, insieme all’avvio di un percorso di monitoraggio permanente sul settore dei call center, come concordato oggi nell’incontro al ministero dello Sviluppo.

Insomma è stata ancora una fumata grigia. La reazione delle categorie di Cgil, Cisl e Uil non sembra essere stata gradita da Almaviva secondo cui “ogni altra posizione”, rispetto all’apertura già data, “come quella di voler semplicemente prorogare strumenti che si sono rivelati inadeguati a fronteggiare un profondo stato di crisi ed hanno contribuito a generare pesanti perdite economiche, appare strumentale e contraddittoria”. Per cui l’azienda parla di “sconcerto” davanti all'”indisponibilità delle organizzazioni sindacali”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

A
Almaviva
C
calle center
C
crisi
E
esuberi