SOSTEGNI TER

Antenne Tlc, tavolo Mise-Mef per rivedere il canone di locazione

Approvato l’emendamento della Lega. Capitanio: “Averlo fissato a 800 euro ha privato i Comuni, senza nessuna concertazione, di ingenti somme”. Ma il tema più delicato resta quello dei limiti elettromagnetici stringenti

Pubblicato il 17 Mar 2022

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Un tavolo al Mise per rivedere il canone di locazione delle antenne. Lo prevede un emendamento al Sostegni Ter a firma Lega. “I Comuni vanno sostenuti e non privati di risorse – spiegano Massimiliano Capitanio, deputato Lega in Commissione Tlc, e Stefano Corti, senatore Lega, e primo firmatario dell’emendamento – Sarà convocato dal Mise e dal Mef un tavolo per rivedere il canone di locazione delle antenne. Averlo fissato a 800 euro ha privato i Comuni, senza nessuna concertazione, di ingenti somme. Oltre alle tante Amministrazioni che, a rischio di danno erariale, non hanno applicato i nuovi canoni, ci sono sindaci che hanno visto sparire dai bilanci fino a 1 milione di euro, e questo è inaccettabile. Insieme agli operatori, ad Anci e alle associazioni di categoria va trovata in tempi brevi una soluzione equilibrata che tuteli tutti i soggetti coinvolti”.

Ma il tema del canone non è il più delicato. Al centro del dibattito i limiti elettromagnetici che in Italia che sono tra i più bassi d’Europa: 6 V/m valido per tutte le frequenze utilizzate dai dispositivi mobili rispetto ai valori Icnirp di 41 V/m per la banda a 900 Mhz 58 V/m per la banda a 1800 Mhz – entrambe utilizzate dal 4G – e 61 V/m per le bande 2100 e 2600 Mhz, in uso per il 3G e il 4G. Solo la Polonia ha dei valori limiti comparabili con quelli italiani.

Secondo lo studio Luiss Business School e WindTre è necessario mettere mano ai limiti elettrosmog, se si vogliono raggiungere i benefici degli investimenti in banda larga fissa e mobile: per ogni miliardo di euro investito in banda larga mobile e fissa, il valore totale della produzione cresce, rispettivamente, di 2,6 e 2,7 miliardi di euro.

Nel report vengono stimati, con tecniche econometriche, anche gli effetti dell’aumento della penetrazione della banda larga (fissa e mobile) sul tasso di crescita del Pil e in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Un aumento del 10% della penetrazione della banda larga produce un aumento di circa l’1% del Pil (0,9 per cento nel caso di banda larga mobile). Inoltre, le analisi sottolineano l’importanza della qualità istituzionale. Paesi con sistemi di istituzioni più efficienti crescono maggiormente rispetto agli altri: un incremento del 10% dell’indice di qualità istituzionale comporta una crescita del Pil tra lo 0,8% e l’1,1% (rispettivamente nel caso della banda larga fissa e mobile). Altro risultato significativo mostrato dalle analisi è che i paesi che adottano limiti elettromagnetici più severi di quelli raccomandati da istituzioni internazionali (in particolare l’Icnirp) crescono meno. In ultimo, nell’analisi econometrica relativa alle determinanti delle emissioni di CO2 la variabile “Penetrazione della banda larga fissa” ha coefficiente negativo, ad indicare che a una maggiore penetrazione della banda larga corrisponde una riduzione delle emissioni di CO2.

L’appello di Asstel

In questi anni l’industria delle Tlc ha fatto appello alle istituzioni affinché si rimettesse mano ai limiti elettromagnetici.

Nelle scorse settimane Asstel è intervenuta in audizione presso la Commissione X (Industria) del Senato nell’ambito dell’esame del Disegno di Legge annuale per la Concorrenza. Secondo l’associazione, il contesto del mercato delle telecomunicazioni italiane è già caratterizzato da un livello elevatissimo di concorrenza, per cui provvedimenti in materia devono essere orientati a favorire l’esercizio dell’attività degli operatori, per andare nella direzione della massima semplificazione e del rafforzamento della stabilità e prevedibilità del quadro normativo. Approccio in linea con quanto riportato dall’Autorità per la Concorrenzanelle pagine dedicate al settore nella sua segnalazione al Parlamento del marzo 2021.

Sotto tale aspetto, una importante esigenza dalla Filiera Tlc – non trattata nel disegno di legge nonostante la chiara indicazione espressa dall’Agcm – riguarda la presa in carico, da parte delle istituzioni, di un processo ordinato di revisione delle regole in tema di esposizione ai campi elettromagnetici, che possa favorire ulteriormente lo sviluppo della concorrenza infrastrutturale in ambito radiomobile. Asstel auspica che nel corso dell’iter del provvedimento tale argomento possa essere ripreso.

“Si può lavorare per una revisione dei limiti elettromagnetici attualmente vigenti in Italia per gli impianti di telefonia mobile, nell’ottica di allinearli agli standard europei – sottolineava il presidente di Asstel, Massimo Sarmi –. Un intervento atteso da anni e che assume oggi un’importanza ancor più centrale per l’intero Paese: limiti meno stringenti consentirebbero infatti di accelerare il raggiungimento degli obiettivi di copertura del territorio nazionale in tecnologia 5G, cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina oltre 2 miliardi di euro. Il tutto sfruttando al meglio le potenzialità delle antenne già esistenti e riducendo il numero di quelle da installare ex novo”. Inoltre, nel Ddl sono presenti proposte di interesse orientate a facilitare la realizzazione di reti fisse, ad una maggior tutela dei consumatori nel settore dei pagamenti tramite credito telefonico e al rafforzamento della stabilità del sistema regolatorio attraverso miglioramenti nel processo di nomina del Collegio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

 “Come operatori delle Tlc vogliamo dare il nostro contributo – spiegava Sarmi – per rendere migliore il Ddl ed evitare che intenti condivisibili si traducano in norme che in realtà aumentano la complessità del settore: il nostro suggerimento è  di evitare prescrizioni eccessivamente dettagliate e di non procedere all’imposizione di obblighi di coordinamento, peraltro poco chiari nella loro declinazione operativa, che complicherebbero l’attività di realizzazione delle Reti Vhcn nel momento in cui si deve invece sostenere il massimo sforzo per realizzare gli obiettivi del Pnrr. È altresì di fondamentale importanza, per evitare svantaggi competitivi a carico degli Operatori,  tenere conto della complessità di un mercato digitale in cui strumenti di pagamento e servizi di comunicazione convergono e che vede crescere la concorrenza di attori esterni al settore. Dobbiamo concentrarci su questo momento decisivo per promuovere investimenti e competitività del sistema-Italia”.

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