LA LETTERA

Appello dei sindacati a Renzi: “Più decisione su banda larga, no a scorporo”

Cgil, Cisl e Uil scrivono al premier chiedendo più incisività all’azione di governo. Allarme su Telecom: “Con Telefonica solo operazione finanziaria, non industriale. Serve intervento della Cdp”

Pubblicato il 27 Mar 2014

Federica Meta

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Un appello al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per intervenire sulla questione dell’internet veloce e dello sviluppo della banda larga “da cui dipenderà la ripresa e il futuro del nostro Paese”. Lo lanciano i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil – Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti – assieme ai sindacati di categoria della tlc (Slc Cgil, Uilcom Uil e Fistel Cisl), con una lettera diretta al presidente Renzi.

Sul tema dello sviluppo dell’offerta l’idea di creare una “società delle reti” passando attraverso lo scorporo della rete di Telecom è difficilmente percorribile: “Questa operazione è di difficile attuazione perché si tratta di azienda quotata sul mercato cui non si può espropriare una proprieta'”. La seconda idea imperante, cioè quella quella di lasciar fare tutto al mercato, “nel concreto vuol dire lasciare mano libera a Telefonica“.

Anche in questo caso i sindacati notano che quello che “emerge dalla strategia del gruppo spagnolo, e ci preoccupa, è che si tratta di sola operazione finanziaria e non industriale”. In più “nei piani di Telefonica vi è notoriamente la vendita di Tim Brasil, un asset che vale quanto ora è quotata la controllante Telecom Italia”. Infine “si vocifera di un’operazione di fusione Telecom-Telefonica, che ha un debito di circa 50 miliardi di euro, facendone un gruppo non scalabile per debito, ma incapace di investire in nuove tecnologie, ipotesi sciagurata per l’Italia. Scenari che colpirebbero duramente i lavoratori, 45.000 diretti e altrettanti che operano in appalto, minacciandone il futuro”.

“Non trovare il modo di supportare questa accelerazione dello sviluppo della rete di nuova generazione – evidenziano i sindacati – e impedire di immettere nella provata economia italiana ingenti risorse che consentirebbero un effetto positivo immediato, come appunto la ricapitalizzazione di Telecom attraverso garanzie come quelle di Cassa Depositi e Prestiti e del suo Fondo Strategico, rappresenta una colpa grave che nessuno può permettersi di non vedere”.

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