Continua, faticosa, la fase di interlocuzione tra Governo e Bruxelles sull’accordo di partenariato e un primo risultato concreto si è raggiunto nei giorni scorsi, a quanto risulta al nostro sito: la quota stanziata per la banda larga è salita a 1,7 miliardi di euro (frutto della somma tra fondi strutturali e co-investimento nazionale e regionale).
E’ il frutto di intense riunioni avvenute, durante l’estate, tra le Regioni e il Governo (nelle figure della Coesione territoriale presso la Presidenza del Consiglio e il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica presso il ministero dello Sviluppo economico). L’aumento dei fondi è dovuto infatti a una rimodulazione dei piani regionali (destinatari finali delle risorse Ue); in particolare, è cresciuta la quota per la banda larga stanziata in quelli delle Regioni meno sviluppate.
E’ tutto ancora in divenire, dato che la chiusura dell’accordo è prevista per ottobre, mentre il Commissario europeo per le politiche regionali, l’austriaco Johannes Hahn, sarebbe risoluto a chiudere la partita degli Accordi di Partenariato nazionali entro la fine di settembre). Scadenza però che sembra sempre più difficile da soddisfare: nei giorni scorsi è arrivata da Bruxelles (DG Connect) un’altra bocciatura informale al piano complessivo presentato dal Governo dopo gli incontri con le Regioni: equivale a un’altra fumata nera e significa che le parti dovranno di nuovo prendersi le misure per arrivare a una chiusura.
A conferma della complessità di questo procedimento, gli scorsi mesi sono stati segnati da un’altalena di cifre sui fondi da stanziare: in una bozza recente dell’accordo, i valori per l’Agenda digitale erano stati ridotti di 900 milioni di euro (considerato anche il cofinanziamento). Quelli per la banda larga sono oscillati più volte, a quota 1,2 e 1,6 miliardi di euro. Ma a quanto pare c’è ancora spazio per aggiustamenti e quest’ultimo aumento a favore della banda larga forse dimostra che la direzione ora imboccata è favorevole all’Agenda digitale.