Banda larga, la Ue “rinuncia” al servizio universale

La Commissione decide di non legiferare più in materia: troppa disparità tra gli Stati membri e troppo alti i potenziali costi. Kroes: “Vogliamo evitare oneri sproporzionati per i Paesi e distorsioni del mercato”

Pubblicato il 23 Nov 2011

Bruxelles rinuncia alla banda larga universale. La Commissione
europea ha infatti annunciato che non legifererà per imporre
nell'Unione Europea un servizio universale di Internet a banda
larga e sui servizi di telecomunicazione mobile "a causa –
spiega una nota – delle disparità tra gli stati e dei potenziali
costi in gioco". La Commissione ha tirato le conclusioni al
termine di una consultazione pubblica lanciata nel marzo 2010.

Pur non essendo, dunque, prevista una proposta di revisione della
Direttiva, la guidance comunitaria resta lo strumento indicato per
attuare le strategie degli Stati Stati membri. Rimangono infatti
invariati i criteri identificati in termini di penetrazione e
velocità per un’eventuale estensione del servizio universale 
al broadband: velocità utilizzata da 50% degli utilizzatori e 80%
delle household connesse.

La Commissione continuerà inoltre a lavorare per la definizione
dei meccanismi di designazione dei provider del servizio universale
e del calcolo del costo netto degli obblighi del servizio e,
infine, dei meccanismi di finanziamento.

"Voglio garantire che le regole del servizio universale
portino reali benefici dell'economia digitale– sottolinea
Neelie Kroes, commissario per l’Agenda digitale – e allo stesso
tempo evitare l'imposizione di un onere sproporzionato per il
settore o un’indebita distorsione del mercato ".

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