LA RIFORMA

Investimenti in fibra, compromesso Ue: regulation soft, ma non troppo

Per il nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche il trilogo ha preparato una definizione di modello di co-finanziamento che accontenta Commissione e Parlamento. Sciolto il nodo degli accordi per l’acquisto di capacità wholesale tra operatori; l’obiettivo è ridurre i rischi per gli incumbent e le spese di capitale per i nuovi entranti

Pubblicato il 29 Mag 2018

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Parlamento, Commissione e Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un compromesso sulla parte del nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche che norma il co-investimento nella fibra ottica, aprendo le porte a una regulation più soft – come chiesto dalla Commissione – per gli operatori che fanni investimenti congiunti sulle nuove reti di banda larga, ma incorporano le limitazioni volute dal Parlamento. L’agenzia di stampa Reuters scrive che l’accordo è stato raggiunto all’ultimo incontro del trilogo.

La bozza su cui è stato trovato il compromesso definisce il co-investimento come “co-ownership di asset di rete o condivisione dei rischi di lungo termine tramite co-financing o accordi di acquisto“. Questi accordi di acquisto (purchase agreements) non si devono fermare all’affitto di capacità di un operatore da un altro ma devono comportare l’acquisizione di “diritti specifici sulla capacità”. Reuters sottolinea che il testo è ancora una bozza e le definizioni potrebbero subire  ulteriori modifiche.

Tuttavia, se sarà questa la versione definitiva, gli operatori alternativi non dovranno necessariamente mettere in campo ingenti capitali per finanziare le reti insieme agli incumbent e potranno comunque trarre beneficio dalle reti di banda ultralarga raggiungendo accordi di lungo termine per adottare servizi che viaggiano sulle nuove reti. Ciò ridurrebbe il rischio per gli operatori connesso con gli investimenti in fibra e li stimolerebbe a muoversi velocemente con il roll-out, poiché avrebbero la garanzia di clienti wholesale per diversi anni.

La riforma europea del Codice delle comunicazioni elettroniche (Electronic communications code) è un ampio pacchetto di provvedimenti che va dallo sviluppo del 5G e della banda ultralarga fino alla gestione delle frequenze radio passando per servizi Ott e VoIp. L’iter legislativo coinvolge Commissione europea, Parlamento e Consiglio d’Europa, con diversi nodi critici che sono emersi nel processo. Sul tema del co-investimento nelle nuove reti in fibra ottica, la Commissione aveva proposto una regolazione light che il Parlamento ha però modificato.

La definizione delle norme per il co-investimento si era bloccata in particolare sui purchase agreements: il Parlamento europeo aveva resistito all’inclusione di questi accordi nelle modalità di co-investimento, sostenendo che possono danneggiare la libera concorrenza. Ora Strasburgo avrebbe acconsentito a dare il via libera agli accordi di acquisto, restringendone le tipologie ammissibili. Secondo Reuters il testo finale è atteso per il 5 giugno, quando è in programma un nuovo trilogo.

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