IL CASO

Banda ultralarga, scoppia il caso fondi Pon

Il Mise dirotta 177 milioni dalla fibra nelle aree bianche alla digitalizzazione delle Pmi. Di Maio chiarisce: “Troppi ritardi nella posa delle reti, le risorse andrebbero perse”

Pubblicato il 27 Set 2018

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Nessuna riduzione dei fondi Pon destinati alla banda larga delle regioni del Sud, solo uno “spostamento” necessario. Il Mise precisa, in relazione alla notizia del Sole 24 Ore che parlava di un taglio delle risorse da 233 a 56 milioni e alle critiche mosse dall’ex sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli che ha chiesto al governo di ripensarci, che c’è stata una rimodulazione finanziaria e non un taglio “reso necessario a causa dei ritardi accumulati negli ultimi anni nell’avvio dei lavori di posa della fibra”.

Si tratta, si legge in una nota di Via Veneto, di “una rimodulazione finanziaria dell’Asse II del Programma Operativo Nazionale Imprese e Competitività Fesr 2014-2020 relativo all’implementazione della Strategia Bul al solo fine di non perdere 177 milioni di euro di finanziamenti europei”. L’importo destinato originariamente era di 233 milioni di euro e di questi risultavano impegnati solo 56 milioni necessari per le aree bianche. Situazione che avrebbe messo tali fondi a rischio “definanziamento” automatico e dunque di perderli.

Di qui la proposta di una rimodulazione dell’intervento, spostando le risorse sull’Asse III relativo alle Pmi e che comprende anche interventi per la digitalizzazione. “Questo asse presenta un fabbisogno finanziario superiore all’Asse II in relazione a interventi già attivati – spiega la nota –  Il Ministero ha, quindi, consentito il pieno utilizzo delle risorse in coerenza con le tempistiche di attuazione e di spesa previste dai regolamenti comunitari”.

La rimodulazione era stata anticipata dal ministro Luigi Di Maio alle Regioni. Nella lettera inviata ai governatori, e riportata dal Sole 24 Ore, il ministro Di Maio spiegava che, a fronte dell’iniziale stanziamento di 233 milioni a sostegno del piano, a valere sul Pon Asse II Imprese e competitività, “solo 56 milioni risultano effettivamente assegnati con gara”. Di maio osservava poi che la spesa relativa agli interventi finanziati nell’ambito dell’Asse II procedeva lentamente e che si rischiava, appunto, il “disimpegno automatico” delle risorse.

“Gli obiettivi di spesa al 31 dicembre 2018 relativi all’Asse II ammontano a circa 28 milioni di euro – scriveva ancora il ministro Di Maio – ma ad oggi le previsioni fornite circa il raggiungimento del citato target finanziario ammontano a circa 3 milioni di euro, con conseguenze sia in termini di disimpegno automatico delle risorse finanziarie del Programma, sia in termini di perdita di riserva di efficacia di attuazione relativa a detto Asse”.

Da qui la decisione di restringere a soli 56 milioni il sostegno al piano banda ultralarga, considerate “risorse necessarie all’attuazione del grande progetto nazionale banda ultra larga”, riassegnando ad altri progetti i 177 milioni “ad oggi non impegnabili”.

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