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Banda larga, 4 miliardi di persone senza connettività. Il satellite deus ex machina?

Metà della popolazione mondiale non dispone di connettività veloce. Il Covid-19 ha fatto emergere l’urgenza di colmare i gap a garanzia dell’operatività di aziende e pubbliche amministrazioni e della scolarizzazione. Ma la strada è lunga. La Gsma accende i riflettori sulla tecnologia satellitare che diventerà sempre più cruciale

Pubblicato il 19 Ott 2020

Giampiero Rossi

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Con il Covid-19 si è evidenziata maggiormente la necessità di avere una società sempre più connessa, ma non tutto il mondo, in realtà, è collegato alla rete.

In un recente whitepaper di Intelsat, pubblicato dalla Gsma, dal titolo “Advancing Toward a Connected World: The Role of Non­terrestrial Innovations”, si evince l’esistenza di un divario tra le persone che hanno Internet a banda larga e quelle che non la hanno. Secondo il whitepaper, oggi, circa la metà della popolazione mondiale non ha accesso a Internet, il che significa che quasi quattro miliardi di persone sono escluse dai vantaggi socioeconomici della connettività alla rete e questa disparità è stata evidenziata ancora di più dalla pandemia.

Infatti, dove non è accessibile una banda larga, i bambini non riescono a frequentare le lezioni online, i dipendenti non possono lavorare in modo efficiente, vi è una certa disconnessione dai servizi sanitari e l’isolamento sociale esacerba i problemi di salute mentale.

Le reti mobili a banda larga saranno il mezzo principale per mettere online la restante metà del mondo. Tuttavia, dato che circa 600 milioni di persone vivono in aree in cui non sono presenti infrastrutture mobili a banda larga e quasi i due terzi vivono in aree rurali, mentre 3,4 miliardi di persone vivono in aree con copertura 3G o 4G, ma non utilizzano Internet a causa di problemi di accessibilità, disponibilità dei consumatori e mancanza di contenuti rilevanti, implementare reti mobili per eliminare il divario digitale continuerà a essere difficile se si fa affidamento solo sul backhaul terrestre.

La regione con il più grande divario di connettività è l’Africa subsahariana, dove vive il 40% della popolazione mondiale non collegata. Il Sud-est asiatico ha un gap di connettività del 16%, mentre in Medio Oriente e Nord Africa è dell’11% e in America Latina è del 5%. In Nord America e in Europa il divario di connettività è solo dell’1%.

La tecnologia satellitare è vitale nelle strategie di pianificazione della rete ed è fondamentale per colmare la disparità digitale, consentendo agli operatori di rete mobile (Mno) di espandere la copertura per raggiungere quei restanti 600 milioni di persone in tutto il mondo che non hanno accesso all’infrastruttura di comunicazione. Per collegare le popolazioni di località remote e non connesse, il backhaul satellitare sembra essere l’unica scelta praticabile per una soluzione di connettività rapida, affidabile ed economica, supportando gli Mno e i fornitori di servizi internet nel connettere ciò che non lo è.

Infatti, durante la crisi sanitaria causata dal Covid-19, la tecnologia satellitare ha fornito capacità e connettività urgenti. Uno di questi esempi riguarda i contributi alle attività di soccorso della Emea Satellite Operators Association (Esoa). L’organizzazione ha affermato che i suoi membri hanno contribuito agli sforzi di soccorso in molti modi, come per esempio fornire connettività diretta per mantenere le persone online. Dal whitepaper si evince dunque come il ruolo della tecnologia satellitare sarà cruciale nel colmare il divario digitale e contribuire allo sviluppo sociale ed economico delle comunità di tutto il mondo.

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