DIGITAL DIVIDE

Comunità montane al Governo: “Bene su aree bianche, ora serve sostegno per nuovo digitale terrestre”

L’Uncem plaude all’impegno sul piano Bul per le aree bianche. E chiede un’azione forte sul fronte Tv e sul nuovo standard che verrà adottato dal 2020

Pubblicato il 10 Ago 2018

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50milioni di euro l’anno, presi dal gettito aggiuntivo del canone Rai, per gli enti locali che dovranno potenziare i ripetitori nelle valli. E’ quanto chiede al Governo l’Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, in vista dei cambiamenti nel sistema radiotelevisivo richiesto dall’arrivo del 5G, che dal 2020 porterà all’adozione del nuovo standard Mpeg4. “Tutti i cittadini – scrivono le comunità montane – dovranno adeguare i decoder dei televisori e gli Enti locali devono essere messi nelle condizioni di sistemare i ripetitori che hanno realizzato per evitare la ‘visione cubettosa’ in centinaia di migliaia di case delle zone montane del Paese”.

Senza l’intervento di Unioni e Comunità montane – dice il Presidente nazionale Marco Bussone – dieci anni fa con il primo switch off del digitale terrestre la situazione sarebbe ancor più grave di quanto lo è oggi”. Secondo i calcoli dell’Uncem almeno 4 milioni di italiani, residenti nelle zone alpine e appenniniche, registrano difficoltà nell’accesso al servizio televisivo”.

Sul fronte banda ultralarga le comunità ricordano che la posa della banda negli oltre settemila Comuni italiani compresi nelle aree bianche garantirà una fortissima riduzione del divario digitale “che affligge in particolare, da troppi anni, Alpi e Appennini, complicando finora sviluppo sociale ed economico. Ma bisogna fare in fretta, coinvolgendo gli Enti locali”.

Uncem apprezza “l’impegno del Governo, confermato dal Ministro dello Sviluppo economico nell’accelerazione dei lavori da parte del concessionario Open Fiber secondo le indicazioni date nei bandi predisposti da Infratel. Positivo anche l’impegno di risorse per potenziare la rendicontazione dei fondi europei investiti sulla Bul da parte delle Regioni (Fesr, Fsr e Psr). Possiamo aggiungere che Uncem, come Anci – spiega Bussone – da almeno due anni è a disposizione per iniziative di formazione e aggiornamento dei Sindaci e delle Amministrazioni comunali, finora troppo poco informati di quanto sta succedendo, cioé dei lavori che purtroppo hanno già subito un rallentamento. I cantieri dovranno portare fibra ottica e sistemi senza fili, per internet ad altissima velocità fra i 30 e i 100 mbs, nelle case di tutti i Comuni compresi nelle aree bianche, cioé quelli dove gli operatori non investono loro risorse sulle reti e vi è dunque l’intervento statale, con fondi europei e delle Regioni. Infratel e Open Fiber devono rispettare i tempi. Il ritardo ci preoccupa molto“.

Gli enti si dichiarano “pronti a fare un lavoro di mappatura con il Mise, AgCom e CoreCom. Portare la banda ultralarga alle torri esistenti sarebbe già un primo passo, anche per tv e telefonia. Serve però una strategia, che siamo pronti a costruire con il ministero”.

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