È già passato un anno da quando, per l’esattezza il 1° luglio 2024, è nata la “nuova” FiberCop, che oggi si pone sul mercato italiano come fornitore di servizi di connettività end-to-end su tutto il territorio nazionale.
Operativa dal 2021, originariamente Fibercop incorporava la rete secondaria di Tim e la rete in fibra ottica sviluppata da Flash Fiber, e le attività erano controllate per il 58% da Tim, per il 37,5% dal fondo Kkr e per la quota restante da Fastweb. Attualmente il gruppo è controllato da un gruppo di investitori guidati dal fondo Kkr insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Abu Dhabi Investment Authority (Adia), Cpp Investment e F2i.
Indice degli argomenti
Gli asset di cui dispone oggi FiberCop
Con la nuova configurazione, frutto di anni di trasformazione e soprattutto della cessione della rete primaria di Tim, l’azienda ora gestisce l’infrastruttura di rete digitale più estesa e capillare d’Italia, e a 12 mesi dall’inizio della nuova gestione, affidata a Massimo Sarmi, il gruppo presenta i risultati raggiunti, guardando al futuro “con un sistema di valori che riflettono l’impegno a guidare la trasformazione digitale del Paese”.
FiberCop sottolinea innanzitutto l’estensione dell’infrastruttura ultrabroadband: “26 milioni di chilometri di fibra ottica, una distanza pari a più di 600 volte la circonferenza della Terra”, che posiziona il gruppo “come operatore wholesale unico nel suo genere in Europa: è infatti la prima realtà nata da un processo di separation proprietaria dell’operatore storico nazionale di telecomunicazioni, a conferma dell’impegno verso un mercato più aperto, competitivo e orientato alla qualità del servizio”.
La rete in fibra ottica di FiberCop raggiunge oggi circa 6mila comuni, di cui oltre 2.600 connessi con la banda ultralarga Ftth per circa 13 milioni di unità immobiliari raggiunte al 30 giugno 2025 con la fibra di ultima generazione. L’azienda prosegue lo sviluppo della fibra ottica nel Paese in linea con gli obiettivi del Piano Italia 1 Giga del Pnrr, di cui è assegnataria di sette lotti, e prevede di collegare nell’arco del 2025, anche attraverso il piano autonomo di investimenti, due milioni di unità immobiliari, con un target di oltre 20 milioni di unità immobiliari entro fine 2027.
Sarmi: mettere al centro le persone, la crescita condivisa e l’innovazione
“FiberCop ha un ruolo strategico nella digitalizzazione dell’Italia”, commenta Massimo Sarmi, presidente e amministratore delegato di FiberCop. “Nel nostro primo anno di attività abbiamo posto basi solide e conseguito risultati significativi, raggiunto 13 milioni di unità immobiliari coperte con fibra ottica di ultima generazione e dato un contributo sostanziale al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rispettando gli obiettivi previsti nelle regioni di nostra competenza. Il nostro piano per accelerare la realizzazione degli investimenti prosegue e dalla seconda metà del 2024 al primo trimestre 2025 abbiamo realizzato investimenti per 1,8 miliardi di euro. In questo percorso”, continua il manager, “abbiamo seguito una direzione chiara, fondata su responsabilità, inclusione e innovazione. Il nostro Purpose – abilitiamo l’ingegno, costruiamo il futuro, connettiamo l’Italia – riflette la nostra ragione d’essere: contribuire allo sviluppo del Paese attraverso infrastrutture digitali che mettano al centro le persone, la crescita condivisa e l’innovazione.
La nuova identità passa anche dalla riformulazione del brand
Il Purpose citato da Sarmi costituisce uno dei pillar della nuova direzione strategica del brand FiberCop. La Vision presuppone invece la volontà di costruire “una rete capillare, sicura e sostenibile, in grado di sviluppare le esigenze attuali e aprire nuove opportunità”.
Con il lancio della nuova identità, FiberCop passa quindi da una comunicazione incentrata sul “cosa” (dati tecnici e funzionalità) a un linguaggio che valorizza il “perché” – i benefici concreti per clienti, comunità e sistema Paese. Da leader tecnologico”, conferma Sarmi, “siamo al lavoro per accelerare la trasformazione digitale, promuovere la crescita economica delle imprese, migliorare la qualità della vita delle persone per rendere l’Italia un Paese più competitivo e inclusivo”.