BANDA ULTRALARGA

“Le web company investano nelle reti”: si schierano 48 europarlamentari

Fra i firmatari gli italiani Danti, Gozi, Salini e Toia: “Urgente un contributo equo e trasparente da parte di tutti gli attori del mercato a partire dai maggiori generatori di traffico”

Pubblicato il 15 Set 2022

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Una lettera a firma di 48 eurodeputati indirizzata alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, alla vice presidente Margrethe Vestager e al Commissario per il Mercato interno Thierry Breton. Obiettivo: sostenere la proposta che mira a coinvolgere le web company nella realizzazione delle reti a banda ultralarga. Fra i firmatari della lettera che CorCom pubblica per i suoi lettori (SCARICA QUI IL DOCUMENTO) anche gli italiani Nicola Danti e Sandro Gozi di Renew Europe, Massimilano Salini (Gruppo Ppe) e Patrizia Toia (Socialisti e Democratici)

Urgente un contributo equo e trasparente

“Sappiamo che la Commissione potrebbe lanciare una consultazione pubblica per indagare sulla possibilità che le maggiori piattaforme online contribuiscano ai costi delle reti Gigabit; in questo contesto, accogliamo con favore la potenziale iniziativa legislativa annunciata dal Commissario Breton di affrontare le carenze individuate. In un periodo in cui l’inflazione crescente mette sotto pressione consumatori e imprese, è diventato ancora più urgente un contributo equo e trasparente da parte di tutti gli attori del mercato, cioè i maggiori generatori di traffico, agli obiettivi di connettività del Decennio digitale”, si legge nella missiva in cui si invita la Commissione a “raccogliere rapidamente informazioni da tutte le parti interessate che consentano di agire per garantire efficacemente che tutti gli operatori di mercato interessati, come i maggiori generatori di traffico, contribuiscano in modo equo e proporzionato allo sviluppo e alla sostenibilità delle reti Gigabit in Europa come questione prioritaria”.

Oneri a carico di chi genera maggior traffico

Secondo gli eurodeputati le nuove misure “dovrebbero garantire la piena coerenza con tutti i principi fondamentali del regolamento sull’Open Internet, che rimarrebbero pienamente applicabili, e dovrebbero inserirsi nel più ampio quadro normativo per le telecomunicazioni e i mercati digitali online, come il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e la Legge sui mercati digitali. Questo contributo più equo non dovrebbe essere discriminatorio nei confronti di specifiche aziende, ma riflettere il ruolo e l’impatto di quelle che generano il maggior traffico nella rete. Infine, per favorire l’intero ecosistema di Internet e i suoi utenti, questo contributo aggiuntivo dovrebbe servire chiaramente all’obiettivo di migliorare la qualità e la capacità dell’infrastruttura di rete digitale a vantaggio di tutti gli utenti europei nella società connessa di domani”.

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