IL BILANCIO

Open Fiber, Rossetti: “2023 anno decisivo per piano banda ultralarga”

Prevista per il 2024 la conclusione dei lavori nelle aree bianche dopo i ritardi accumulati. Presentati i risultati finanziari 2022: ricavi a +24% ed ebitda a +18%, mentre il risultato netto è negativo per 162 milioni. Al 31 dicembre copertura ultrabroadband di 15,5 milioni di unità immobiliari, di cui 13 in Ftth e 2,5 con tecnologia Fwa

Pubblicato il 15 Mar 2023

“Grazie all’accelerazione impressa lo scorso anno, il 2023 sarà l’anno decisivo ai fini del completamento del Piano Bul nel 2024”. A dirlo è Mario Rossetti, amministratore delegato di Open Fiber, che commentando i risultati finanziari del gruppo ha ribadito gli obiettivi di sviluppo della rete. “Innovazione, transizione digitale sostenibile e impegno sociale sono i pilastri del piano di Open Fiber per dotare il Paese di un’infrastruttura tecnologicamente all’avanguardia che favorisca la crescita e la competitività dell’Italia. In un contesto globale complesso, caratterizzato da inflazione e grave carenza di manodopera, grazie al sostegno dei soci e del sistema finanziario – anche internazionale – stiamo portando avanti un progetto ambizioso, che si è ampliato con la partecipazione al Piano Italia 1 Giga. Siamo fortemente impegnati nel completare la copertura di tutto il Paese con la rete a banda ultra larga, dando priorità alle Aree Bianche dove il gap digitale si sconta maggiormente. Con questi obiettivi abbiamo già investito oltre 6 miliardi, e continuiamo a farlo, per costruire il futuro digitale del Paese”.

La partnership con Autostrade a sostegno degli obiettivi strategici

Con l’obiettivo di accelerare ulteriormente la realizzazione dell’infrastruttura e fornire una soluzione concreta alla grave carenza di manodopera specializzata che interessa tutti gli operatori infrastrutturali, Open Fiber ha creato insieme al Gruppo Autostrade per l’Italia il consorzio Open Fiber Network Solutions, che sta assumendo e formando figure professionali specializzate nella costruzione di infrastrutture di telecomunicazioni in fibra ottica. Il Consorzio – le cui squadre sono operative dal primo semestre 2022 – al 31 dicembre 2022 impiegava oltre 500 tra risorse interne ed esterne. A conferma della validità del modello di business wholesale only, sono oltre 300 gli operatori nei settori delle Tlc, del broadcasting, dell’energia e dell’e-learning che hanno scelto Open Fiber come principale fornitore di infrastrutture e servizi.

I risultati finanziari

Passando ai risultati finanziari, Open Fiber ha chiuso il 2022 con un bilancio consolidato che evidenzia valori in crescita, sia sul fronte dei ricavi sia per quanto riguarda la marginalità. Le revenue ammontano, infatti, a circa 470 milioni, in aumento (+24%) rispetto ai circa 380 milioni di fine 2021. L’ebitda regista una crescita del 18%, dai circa 152 milioni del 2021 a circa 179 milioni, con una marginalità che si attesta al 38%, pur scontando i costi per la partecipazione alla gara per il Pnrr e l’avvio delle attività di costruzione negli otto lotti aggiudicati nell’ambito del Piano Italia 1 Giga in 3.881 comuni.

Al 31 dicembre la società ha raggiunto con la rete a banda ultra larga una copertura di 15,5 milioni di unità immobiliari (di cui 13 milioni in Ftth e 2,5 milioni in Fwa) confermandosi operatore di rete in fibra ottica Ftth leader in Italia e tra i primi a livello europeo. Il risultato netto è pari a circa -162 milioni (erano circa -210 milioni del 2021).

La posizione finanziaria netta ammonta a -4,6 miliardi, di cui circa 660 milioni di prestiti soci, mentre gli investimenti effettuati nell’anno di riferimento sono oltre 1,5 miliardi.

La crescita del network

Il piano di sviluppo della rete ha visto nel 2022 una decisa accelerazione, in particolare sulle aree bianche dove si sono concentrati i maggiori sforzi: con circa 20 mila chilometri incrementali di rete costruita rispetto al 31 dicembre 2021, è stato realizzato oltre il 50% di quanto fatto sin dall’inizio del piano, per un totale di oltre 57 mila km sui circa 88 mila km complessivi del progetto. La commercializzazione dei servizi è aperta in 238 città grandi e medie (aree nere) e in circa 4.700 comuni di piccole dimensioni (aree bianche, dove Open Fiber opera come concessionario pubblico), di questi ultimi circa 3.300 sono in Ftth.

Dall’ingresso sul mercato di Open Fiber, nel 2017, l’Italia ha invertito la tendenza che l’aveva spinta verso il fondo delle classifiche europee sul digitale dopo anni di bassi investimenti. A testimonianza del risultato positivo, rimarca la società, ci sono i documenti ufficiali dell’Unione Europea e dell’Agcom e i report prodotti dall’Ftth Council. In particolare, secondo l’ultimo rapporto Desi, la copertura Ftth dell’Italia è aumentata dal 34% al 44%, vicina alla media Ue (50%). A fine 2022 il totale dei clienti attivi su rete Of era oltre 2,3 milioni. A settembre 2022, considerando i dati dell’ultimo Osservatorio Agcom, l’Ftth di Open Fiber costituiva circa il 65% del mercato residenziale italiano.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4