L'EMENDAMENTO

Decreto Cura Italia: la rete unica Tlc sul binario morto

Non segnalata la modifica, proposta dalla Lega all’articolo 82, che puntava anche a sbloccare gli 1,3 miliardi per i voucher e a battezzare l’infrastrutturazione nelle aree grigie attraverso aiuti di Stato. Altamente improbabile dunque che si arrivi al voto

Pubblicato il 02 Apr 2020

banda-ultralarga-reti-broadband-fibra

“Terminata l’emergenza e comunque entro 12 mesi dall’entrata in vigore della presente legge, il Presidente del Consiglio dei ministri sentito il ministro dell’Innovazione Tecnologica e la digitalizzazione, presenta un piano per la costituzione di una rete unica di banda ultralarga a livello nazionale, anche prevedendo la convergenza delle reti esistenti”: è quanto prevedeva uno degli emendamenti al Decreto Cura-Italia (articolo 82) non segnalato nella mattinata dalla stessa Lega (che lo aveva proposto) e che dunque sia avvia verso il decadimento a meno di colpi di scena.

La questione della rete unica di Tlc e soprattutto quella della newco fra Tim e Open Fiber – “la convergenza delle reti esistenti” era l’evidente sottinteso – esce dunque dal Decreto.

L’emendamento aveva una lunga lista di firmatari e nella sua più ampia cornice affrontava anche altre questioni legate alla banda ultralarga: fra le misure proposte c’era anche l’eventuale nomina di un “commissario straordinario” per ciascuna Regione “al fine di velocizzare i lavori nelle aree bianche” del Piano Bul,  “anche per l’acquisizione dei permessi concessori da parte di enti e società”.

Nell’articolo 82 emendato si parlava anche di aree grigie: “Al fine di avviare l’intervento di infrastrutturazione nelle aree grigie servite da almeno un operatore e delle aree dichiarate grigie in fase di consultazione pubblica ma non ancora servite dagli operatori, il Ministero dello Sviluppo economico richiede il parere positivo per gli aiuti di Stato alla Commissione europea in forma urgente, vista l’attuale emergenza sanitaria in atto”.

L’emendamento puntava anche a sbloccare gli 1,3 miliardi di risorse congelate al Cipe dal 2017 e destinate a stimolare la domanda di banda ultralarga, ossia le nuove connessioni da parte dei consumatori: “Al fine di garantire la piena operatività di tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado si richiede di trasferire alle regioni/province autonome le risorse ad esse dedicate per connettività e fibra ottica previste da apposita Delivera Cipe (voucher per incentivo alla domanda) affinché sia garantita una connessione a banda ultralarga per tutte le scuole entro l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021, assicurando anche da remoto una gestione dell’offerta didattica”.

Ma nulla di fatto.

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