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Rete unica Tlc, Gubitosi e Bassanini non mollano la presa. E Colao annuncia: “Piano banda ultralarga entro l’estate”

L’Ad di Tim: “Troppa litigiosità, obiettivo deve essere co-investimento”. Ma il presidente di Open Fiber: “No a ritorno al monopolio verticalmente integrato”. Il ministro per la Transizione digitale: “Il Paese ha bisogno di nuove reti”. L’Ad di Vodafone Bisio: “Passare da rete unica a regia unica del governo”

Pubblicato il 08 Apr 2021

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Non si placa lo scontro sul progetto di rete unica di Tlc e non mollano la presa sulle rispettive posizioni Tim e Open Fiber. In occasione di un convegno organizzato da Fratelli d’Italia, l’Ad di Tim Luigi Gubitosi e il presidente di Open Fiber Franco Bassanini hanno ribadito, ciascuno con motivazioni diverse, perché sia determinante una rete unica a trazione Tim con governance super partes e perché una rete unica con maggioranza in capo ad un operatore integrato non sia la strada maestra.

Ha tentato di sfilarsi dal braccio di ferro il ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao annunciando che il governo si impegna “a consegnare un piano Banda ultra larga entro l’estate perché il Paese sappia dove andare”, invocando principi quali “celerità, neutralità e concorrenza”.

Gubitosi, Tim: “AccessCo è antitesi del monopolio”

Il nostro settore ha mostrato eccessiva litigiosità. Questa deve rientrare, è importante saper lavorare insieme e coinvestire”, ha detto l’Ad di Tim Luigi Gubitosi sottolineando che “gli unici interessi che devono prevalere sono quelli del Paese: digitalizzazione e ripartenza economica” e che “la missione di Tim è investire nel Paese” e che il gruppo “spinge più di chiunque altro sull’Ftth”, annunciando che dopo la Puglia – interamente coperta dalla banda ultralarga “anche il Friuli Venezia Giulia è stato completato. Ora stiamo lavorando per colmare il divario digitale anche in Lombardia“.

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Gubitosi interviene anche sulla questione del presunto ritorno al monopolio: “Si sente parlare di ritorno al monopolio senza comprendere che il modello di coinvestimento (alla base del progetto di rete unica AccessCo, ndr) è l’antitesi del monopolio, che non esiste più dal secolo scorso”. Ed evidenzia anche che “la scala è importante, altrimenti si rischia di fare ’10 piccoli indiani’ di cui non ne rimase più nessuno. Va nell’interesse comune che la scala permette a diversi soggetti di farsi parte attiva dello sviluppo infrastrutturale del Paese. Ed è uno strumento che aumenta, non riduce, l’inclusività di un maggior numero di investitori”.

Bassanini, Open Fiber: “No a monopolio verticalmente integrato”

La mia personale convinzione è che una Rete Unica potrebbe essere utile al Paese ma non se si trattasse di un ritorno al monopolio verticalmente integrato, sia per il rischio di un intervento delle authorities italiane ed europee, sia per il rischio di tornare alla logica di chi ha interesse a diluire nel tempo la migrazione dal rame alla fibra per tutelare un suo asset aziendale”: il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, resta saldo sulla sua posizione e sottolinea che “o si va verso una rete unica non verticalmente integrata, neutrale e in grado di effettuare le migrazioni dalle reti di vecchia generazione a quelle di nuova generazione oppure bisogna trovare strumenti e incentivi per accelerare la copertura del paese da diversi soggetti concorrenti“.

Il presidente di Open Fiber ha fatto anche il punto sull’andamento dei cantieri della società a seguito della presentazione della Relazione trimestrale Infratel: “Stiamo procedendo nel nostro lavori con tempi sufficientemente rapidi nelle aree nere, più ritardati nelle bianche ma comunque completeremo la copertura delle aree bianche entro il 2023”.

Nel corso di quattro anni Open Fiber nelle aree nere ha realizzato connessioni fino alle case per 7 milioni di abitazioni, il nostro targer era 9,5 quindi siamo a oltre due terzi del percorso sulle quali attualmente sono connessi, attraverso gli operatori e service provider delle tlc, circa 1,2 milioni di utenti finali collegati alla fibra fino alle case che secondo ultimi dati Agcom di settembre 2020 sono poco più di 1,5 mln il 70% sono collegati su infrastruttura di Open Fiber quindi un risultato significativo per una start up nata 4 anni e 3 mesi fa”, ha aggiunto Bassanini. “Nelle aree bianche Open Fiber ha vinto tutti i bandi pubblici per la costruzione della rete di propriet publica nelle aree a fallimento di mercato e qui la velocità di realizzazione della rete è risultata molto meno rapida che non nelle aree nere anche perché i problemi di permissistica e regolatori si sono rivelati particolarmente pesanti e hanno ritardato il processo. Nelle aree bianche ad oggi sono coperte fino al Roe, situato mediamente a 17 metri dalle case, circa 2,5 milioni di unità immobiliari e con copertura tecnologia Fwa 1,8 mln di unità immobiliari”.

Bisio, Vodafone: “Passare da concetto di rete unica a regia unica”

“Nelle aree grigie, dove ci sono 12/13 milioni di abitazioni, dobbiamo fare un salto in avanti ricorrendo all’unico grande ingrediente che ha portato allo sviluppo, che è la competizione. Si tratta di passare da un concetto di rete unica a una regia unica da parte del governo che possa liberare la competizione facendo gare con lotti di dimensione medio-piccola per promuovere i contribuiti da parte di diversi operatori che operano nel mercato italiano – anche di quelli regionali e locali – e quindi facendo acquisire al sistema più resilienza e non andando a mettere tutte le uova nello stesso paniere”: questa la posizione dell’Ad di Vodafone Aldo Bisio.

Secondo il manager sono indispensabili anche interventi sul fronte 5G: “Proponiamo che siano stanziati dei voucher per la fibra ai nodi e la decontribuzione sugli investimenti nelle reti 5G che si realizzeranno nei prossimi due anni. Questo darebbe agli operatori un minimo di sollievo, dopo i mega importi spesi per l’asta 5G e per i vincoli sui limiti elettromagnetici, e consentirebbe di sviluppare più velocemente e a costi efficienti le reti di nuova generazione”.

Basso, WindTre: “Per innovare sono necessarie scelte coraggiose e radicali”

“Per innovare sono necessarie scelte coraggiose e radicali da parte di tutte le forze politiche”, ha dichiarato Roberto Basso, direttore External Affairs and Sustainability di WindTre. “Le imprese italiane, a partire dalle eccellenze del settore manifatturiero, si trovano a competere a livello globale con il ‘freno a mano tirato’ a causa di una dotazione di infrastrutture su cui pesano ostacoli normativi tra cui spiccano i limiti elettromagnetici, che in Italia sono pari a un decimo di quelli suggeriti a livello europeo e in vigore in paesi concorrenti come Francia e Germania”.

“La ricerca internazionale – continua Basso –  ha chiarito che non sussistono rischi per la salute dei cittadini, pertanto è importante che le forze politiche abbiano il coraggio di fare adesso una battaglia civile e culturale. È un tema che interessa direttamente sia le realtà produttive che puntano all’internazionalizzazione, e che necessitano di reti e tecnologie ad alta capacità, sia chi vuole ascoltare e rispondere alle preoccupazioni dei cittadini con le evidenze scientifiche e senso di responsabilità”.

Suigo, Inwit: “Rimuovere ostacoli sul cammino del 5G

Ci sono alcuni ostacoli e alcuni ritardi che stanno mettendo inevitabilmente a rischio la possibilità del nostro paese e della nostra industria, e quindi anche del nostro settore, di poter sfruttare in pieno i benefici economici legati allo sviluppo del 5G e l’opportunità straordinaria che dobbiamo assolutamente cogliere del Nextgeneration Eu con il Pnrr italiano”, ha sottolineato Michelangelo Suigo Direttore External Relations & Communication di Inwit. “È necessario sfruttare l’occasione Pnrr, accanto alle risorse ingenti che sono sicuramente disponibili e aggiungere delle riforme che devono andare nell’ottica della semplificazione autorizzativa e della revisione dei limiti di emissione elettromagnetica”. Per Suigo “puntare sul 5G vuol dire snellire le procedure ed abbattere i vincoli burocratici che negli ultimi anni stanno rallentando lo sviluppo delle infrastrutture digitali. Le tre parole chiave, quindi, sono semplificazioni, limiti di emissione elettromagnetica adeguati a quelli europei e, naturalmente, 5G”. “Il settore delle torri è sicuramente strategico, iperconnesso anche con la fibra. Ed è un sistema che può consentire agli operatori che ospitiamo sulle nostre torri, e di riflesso al Paese, di fare questo salto nell’ottica della digitalizzazione”.

Meloni: “Rete unica, pubblica e neutrale”

In Italia abbiamo bisogno di una rete unica, pubblica e neutrale che non venda direttamente il servizio e che consenta agli operatori di lavorare in regime di libero mercato”: così il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni a margine del convegno organizzato da Fdi. “Questo dovrebbe accadere a maggior ragione adesso che stiamo per fare un investimento imponente sul tema della digitalizzazione che significa non solo indebitare i nostri figli con le risorse del Recovery Fund ma anche far passare i dati sulla vita dei cittadini attraverso la rete, quindi la proprieta’ della rete diventa un tema strategico, di sicurezza e anche un modo per garantire che le risorse che stiamo spendendo vadano a vantaggio dei nostri figl

Delrio-Anzaldi: “Sì accelerazione e ruolo Stato, no posizioni dominanti”

“Sulla banda ultralarga apprezziamo le parole del ministro Colao. Auspichiamo si lavori in Parlamento ad una mozione trasversale che fissi alcuni paletti ben precisi: sì ad una decisa accelerazione degli investimenti e ad un nuovo piano con il ruolo centrale dello Stato, attraverso Cdp e Open Fiber, no a posizioni dominanti, a maggior ragione se private, e no a ritorni monopolistici che minino la concorrenza”. E’ quanto dichiarano i deputati Graziano Delrio (Pd) e Michele Anzaldi (Iv).  

“Anche alla luce delle posizioni che arrivano – proseguono Delrio e Anzaldi – da un partito di opposizione come Fdi, è possibile addirittura immaginare che dal Parlamento arrivi un’indicazione unanime su questa linea, per puntare a sciogliere i nodi entro poche settimane: o ci sono le condizioni per avere una rete unica davvero neutrale, oppure il Governo rafforzi la competizione per uno sviluppo ancora più accelerato delle diverse infrastrutture di rete”.

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