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Tim: Partners Telecom si sfila. Fibercop entra nel vivo, ma la rete unica è in standby

Continuano le manovre sul capitale. La newco con Kkr e Fastweb aggiudica la prima commessa. AccessCo resta “appesa” al verdetto di Enel sulla proposta Macquaire per Open Fiber

Pubblicato il 20 Ott 2020

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C’è fermento in casa Tim. Nonostante il progetto di rete unica di Tlc, alias la newco AccessCo, sia per ora in “standby”, l’azienda guidata da Luigi Gubitosi mette a segno la prima commessa relativa a FiberCop, la newco creata con Kkr e Fastweb.

Secondo quanto anticipa MF, Tim avrebbe infatti chiuso la prima delle due gare per la fornitura di cavi in fibra ottica a supporto del piano FiberCop. La commessa, del valore di 70 milioni, vedrebbe in campo un pool di cinque aziende italiane: Prysmian, Metallurgica Bresciana, Technikabel, Ecotel e Tratos. La commessa, sempre secondo quanto risulta a MF, dovrebbe coprire il fabbisogno della società per almeno due anni.

Mentre si va avanti sul piano FiberCop, il progetto AccessCo resta “appeso” alla decisone di Enel: in occasione del cda dei giorni scorsi la società guidata da Francesco Starace non ha preso decisioni in merito all’offerta del fondo Macquaire per Open Fiber. Ma sul dossier si dovrebbero sciogliere le riserve entro fine anno, nel cda previsto a novembre o al massimo in quello di dicembre. Secondo gli analisti di Equita l’offerta di Macquarie non varierebbe nella sostanza sia nel caso di acquisto dell’intera partecipazione (il 50% di Open Fiber in capo a Enel, l’altro 50% è di Cdp) sia in caso di acquisto di una quota inferiore, ma in ogni caso con il limite del 40%. Opzione, quest’ultima, che consentirebbe a Cassa Depositi e Prestiti di aumentare la propria quota nella wholesale company per acquisirne dunque il controllo con l’obiettivo di mandare avanti le trattative nell’ambito della newco AccessCo che punta all’integrazione degli asset di rete di Tim e Open Fiber.

Sul tema della rete unica sono puntati i riflettori di Agcom: “L’autorità svolgerà in pieno la sua parte, per garantire l’accesso in rete agli operatori in condizioni paritarie e un accesso di qualità per i cittadini – ha evidenziato il presidente Giacomo Lasorella -. Garantire lo sviluppo significa individuare strumenti per presidiare la nuova agorà digitale senza comprimere le libertà”.

Intanto continuano le “manovre” sul capitale Tim: se Bankitalia ha deciso di scendere in campo rilevando una quota dell’1,001% esce invece di scena Partner Telecom Sarl, che ha azzerato la propria partecipazione del 2,9%. L’azienda era entrata nel capitale a marzo scorso, divenendo a suo tempo il quarto azionista, ma ha deciso dunque di abbandonare l’investimento.

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