ITALIAN DIGITAL FORUM

Bassanini: “Assessment per rete telefonica”

Il presidente della Cdp: “Serve il giudizio di tre esperti per chiarire la necessità di investimenti”. E sul digital compact: “Bene, l’Italia ha bisogno di vincoli esterni”

Pubblicato il 21 Ott 2013

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Fare chiarezza sullo stato della rete telefonica in Italia, e in base a questo decidere se e che tipo di investimenti siano necessari. E’ la proposta lanciata da Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti, questa mattina durante la seconda edizione del Digital agenda annual forum.

“Sento diversi pareri – ha detto – per qualcuno siamo avanzati in Europa, poi sento il commissario Francesco Caio che parla di rischi di osteoporosi della rete fissa. Io chiedo che si faccia un public assessment e il Governo decida di affidare a tre esperti, uno può essere Francesco Caio, e due stranieri, di valutare le condizioni delle infrastrutture e dei piani di investimento delle imprese. Se ci diranno che siamo in linea saremo tutti contenti e dedicheremo le risorse dei risparmiatori a sostenere l’export, l’internazionalizzazione e le strutture di trasporto. Se viceversa emergerà che non siamo in linea allora c’è un problema di politiche pubbliche”.

Tra le priorità indicate da Bassanini per “sostenere la domanda pubblica”, cominciando dalle scuole, c’è la necessità di “investire seriamente sull’alfabetizzazione digitale”, “andare più avanti con le semplificazioni”, prevedere “incentivi fiscali” o anche “una regolazione che incentivi gli investimenti nelle reti Ngn”. Ma Bassanini prevede anche che si possa “pensare di fare di fare delle telecomunicazioni quello che si è fatto per le reti del gas ed elettriche, cioè imporre per legge, lasciando piena libertà sui modi, l’unbundling tra reti fisse e attività delle telco”.

Rispondendo a chi chiedeva se la Cassa depositi e prestiti possa investire in gruppi telefonici, Bassanini ha replicato: “Sull’infrastruttura di rete Cdp può e deve investire, perché è un’infrastruttura strategica per il Paese. Sulle società di tlc è più difficile perché si rischierebbe di alterare la concorrenza tra operatori”.

Infine, sull’ipotesi di un “Digital Compact” proposta da Stefano Parisi, presidente di Confindustria digitale, Bassanini non ha dubbi: “Dico sì, perché l’Italia ha bisogno di avere vincoli esterni”.

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