IL SUMMIT

Berec, su Ngn nulla di fatto a Malta?

Nell’ordine del giorno della riunione fissata al 6 dicembre non risulta il “fascicolo” sulla Raccomandazione Nga. L’Authority europea orientata a prendere tempo: troppi dissidi e malumori sulle nuove regole

Pubblicato il 04 Dic 2012

Mila Fiordalisi

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È fissata al 6 dicembre a Malta la riunione del board del Berec, l’organo che rappresenta le Authority per le Comunicazioni della Ue. Sul tavolo della super-Authority è giunto il “fascicolo” con la Raccomandazione Nga della Commissione Ue i cui contenuti sono stati anticipati dal Corriere delle Comunicazioni. L’esame del testo però al momento non risulta all’ordine del giorno e secondo quanto risulta al nostro giornale il Berec prenderà tempo: troppi i malumori e le spaccature createsi fra i vari paesi Ue sulla decisione del commissario Neelie Kroes di tenere alti i prezzi dell’accesso al rame (la soglia dovrebbe essere compresa fra gli 8 ed i 10 euro) per spingere le telco a recuperare risorse da investire nella realizzazione delle nuove reti.

La Commissione – secondo quanto messo nero su bianco nel testo visionato dal Corriere delle Comunicazioni – prevede che “i prezzi di accesso alla rete in rame si assestino in tutti i paesi Ue in una forchetta che va dagli 8 ai 10 euro” e tali siano mantenuti “per un periodo di almeno sei anni”. Le implicazioni di questa norma sono enormi. Perché obbligherebbe 10 stati membri ad innalzare i prezzi di unbundling visto che al momento sono inferiori alla soglia minima degli 8 euro. A questi paesi, la Commissione europea raccomanda di applicare una specifica metodologia di costo. Che qualora “entro il 31 dicembre 2016” non portasse ad un allineamento delle tariffe in conformità ai dettami comunitari, attirerebbe la scomunica ufficiale di Bruxelles.

Quanto alle regole di non-discriminazione, in particolare l’”equivalence of inputs” (cioè: pari condizioni di accesso per tutti) la vera sorpresa è che almeno per le reti tradizionali potranno essere ignorate laddove si dimostrino “sproporzionate”. Ossia nel caso in cui, come spiega la Commissione, “i costi della loro implementazione superino i potenziali benefici in termini di concorrenza”. Un’ipotesi che l’esecutivo europeo definisce “ molto probabile”. Spetterà pertanto ai singoli regolatori valutare se tali norme siano “appropriate, proporzionate e giustificate” nel singolo mercato. E qui la Commissione compie un significativo dietrofront rispetto alla dichiarazione di luglio, in cui era stato promesso un dispositivo più costrittivo e fermo per garantire accesso paritario alle reti.

Infine, riguardo le reti di nuova generazione, Bruxelles mantiene l’impegno a promuovere più flessibilità. Laddove i regolatori implementino obblighi di non discriminazione certi, “non dovrebbero mantenere o imporre controlli sui prezzi, inclusi i vincoli per l’orientamento dei prezzi ai costi (cost-orientation)”.

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