Berners-Lee: “L’Italia deve colmare il digital gap”

Il padre del World Wide Web: “Meglio puntare alla banda larga minima per tutti che concentrarsi sulla velocità di navigazione”. Per spingere la diffusione delle connessioni “servono luoghi pubblici”

Pubblicato il 14 Nov 2011

placeholder

L’Italia deve puntare a portare la banda larga a tutti invece di
concentrarsi sulla velocità di navigazione. A dirlo è Tim Berners
Lee, padre del World Wide Web, intervistato da la Repubblica in
occasione del 20° compleanno di Internet. Secondo Berners-Lee
l'ubiquità della Rete è più importante della velocità.

“La velocità è importante se vuoi vedere un video in alta
definizione – spiega – ma l'ubiquità, anche con connessioni
più lente, significa che puoi ricevere e spedire la posta e far
parte dell'economia digitale. E poi dando una banda larga
minima a tutti si possono spostare i pagamenti pubblici online
risparmiando un sacco di soldi”. Insomma il padre del
"www" è convinto che il nostro Paese debba fare “un
grande sforzo per colmare il divario digitale, per portare la Rete
anche nelle aree rurali e in quei luoghi dove c'è gente che
semplicemente non ha ancora imparato ad usare questa tecnologia”.
Questo si potrebbe fare anche diffondendo luoghi pubblici dove
tutti possono usufruire della Rete. “Immagino Internet-Point
nelle piccole città e nei paesini dove andare per pagare il bollo
dell'auto online, o cercare un lavoro, ritrovare i parenti che
si sono persi di vista da tempo, mettere in vendita la macchina,
insomma fare quelle cose che la gente ancora non sa fare
online".

Rispetto alla direzione presa dall’Italia – ovvero portare la
banda ultralarga nelle grandi città e nelle aree industriali –
Berners-Lee sottolinea che il punto della questione è come rendere
il Paese più operativo e funzionale. “Si tratta di capire se un
Paese è serio oppure no – puntualizza – È un Paese serio quello
in cui non si riescono a raggiungere contemporaneamente tutte le
persone, e la gente non è informata tempestivamente su quello che
succede, e non è in grado di rispondere alle emergenze? No, non è
un Paese dove investire".

L’analisi di Berners-Lee si sofferma anche sulle strategie di
open data e open government. "Un governo digitale è molto
più efficiente di un governo basato sulla carta, perciò prima il
Paese abbatte il digital divide e meglio è – dice – Ma
l'Open government vuol dire arrivare a coinvolgere i cittadini
per ottenere un feedback e magari una consulenza spontanea.

"I dati che il governo ha nei suoi archivi sono una risorsa
preziosa per migliorarci la vita. Sapere, ad esempio, se un certo
treno è in funzione e sta viaggiando, quali strade hanno delle
buche, dove si trova la posta più vicina, il numero di crimini
commessi in una determinata area del Paese, dove sono custoditi i
piani di emergenza anti-alluvione – puntualizza – Essere in
possesso di questo tipo di informazioni può far prendere decisioni
migliori. E poi, c'è la trasparenza, che alcuni mettono al
primo posto. In Gran Bretagna sta diventando normale che i dati
relativi alla spesa pubblica siano "aperti". Il Web è il
luogo dove tutti possono verificare come vengono spesi i soldi dei
cittadini".

Il padre del Web analizza anche le trasformazioni del Web da 20
anni a questa parte. "Sono molto contento della quantità
incredibile di cose successe, ma purtroppo non vedo tanta gente che
usa il Web in modo efficace per realizzare nuove idee – ammette –
Internet è nato come piattaforma per lavorare insieme, e invece
quasi tutti si limitano a usarlo per leggere e basta. Evidentemente
gli strumenti di collaborazione che abbiamo non sono ancora
adeguati".

Infine focus sui progetti futuri che riguardano in particolar modo
il Web semantico. “Il Web semantico riguarda i dati, mentre i
motori di ricerca lavorano con documenti ipertestuali. La sfida dei
motori di ricerca è stata di cercare di creare una struttura dove
non c'era alcuna struttura, tentando di infondere ordine e
significato laddove non vi erano né ordine né significato; mentre
con i dati l'ordine e il significato ci sono già – conclude
– Quando si dispone di dati in un archivio, essi sono già ben
ordinati e ben strutturati e hanno un significato molto più
definito di gran parte dei contenuti presenti sul Web. Adesso
finalmente sempre più persone stanno capendo il valore dei
"linked open data". Sarà così il nuovo Web e sarà più
intelligente".

La sua vision sul futuro del Web, Berners-Lee l'ha rilanciata
anche oggi a Roma in occcasione dell'iniziativa "Happy
Birthday Web". "Dobbiamo iniziare a parlare di diritto
all'accesso al web e anche di diritto a non essere spiati – ha
detto – Dobbiamo fare in modo che Internet resti gratuito, aperto e
neutrale''.

''Oramai tutto il mondo è online e i governi devono
utilizzare il web come supporto perché aumenta l'efficienza e
l'accessibilità ai dati, le persone che votano devono essere
informate'', ha aggiunto Berners-Lee, spiegando che man
mano che la piattaforma cresce e si irrobustisce ''bisogna
lavorare per ridurre il divario tra chi lo usa o chi no, cercando
di non lasciare indietro gli anziani. In Italia è connesso al web
il 51% della popolazione, è una dato su cui bisogna lavorare.
Tutti devono far parte della società
dell'informazione''.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

B
banda ultralarga
TIM

Articolo 1 di 2