TELECOM ITALIA

Bernstein: “Vendita Tim Brasil favorirebbe investimenti in Italia”

Nel paese sudamericano tira aria di consolidamento. Secondo il Wsj Oi potrebbe mettere insieme capitali per comprare la controllata di Telecom Italia. Ma il governo di Brasilia non si è ancora espresso sull’opportunità di sostenere eventuali merger

Pubblicato il 09 Apr 2014

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I venti del consolidamento soffiano sul mercato Telecom europeo ma potrebbero arrivare fino in Brasile e a loro volta avere ripercussioni positive sul mercato italiano, specialmente per il nostro ex incumbent, secondo le voci degli osservatori di mercato raccolte dal Wall Street Journal. Telecom Italia, che possiede il secondo maggiore carrier del paese, Tim Brasil, sarebbe infatti la prima a beneficiare di un nuovo assetto sul mercato brasiliano delle Tlc.

La brasiliana Oi sta raccogliendo capitali finalizzati al suo merger con Portugal Telecom: il quarto maggiore operatore del Brasile ha fatto sapere che potrebbe procedere con un’emissione di obbligazioni per un valore massimo di 16,4 miliardi di real (7,4 miliardi di dollari), una cifra più che doppia rispetto a quanto necessario per concludere la fusione. Tale capitale extra potrebbe essere usato non per ripagare i debiti (Oi è storicamente abituata a tollerare un alto livello di indebitamento) ma per preparare un’offerta per Tim Brasil, in concorrenza con quelle che potrebbero arrivare dagli altri operatori mobili del paese, Vivo di Telefonica e Claro di America Movil.

Telecom Italia ha dichiarato di essere aperta a offerte cospicue per la sua quota del 66% in Tim Brasil. E questa potrebbe fruttare circa 38 miliardi di real, o sette volte l’Ebitda previsto per il 2014, secondo le stime di Sanford C. Bernstein. Con il capitale che Oi si prepara a racimolare, il carrier potrebbe comprare anche il 50% di Tim Brasil, dicono gli analisti.

L’ostacolo potrebbe arrivare dal governo: non è chiaro se Brasilia sia pronta a sostenere il consolidamento da quattro a tre operatori mobili nel paese. In Europa, il consolidamento è considerato un modo per potenziare gli investimenti, ma in Brasile tutti e quattro gli operatori stanno già spendendo pesantemente sull’infrastruttura telecom del paese. I due maggiori, Vivo e Tim, hanno in programma di investire circa un quinto del loro fatturato quest’anno.

Oi e Telefonica potrebbero aggirare l’ostacolo con un’azione di lobby per ottenere supporto politico in vista delle elezioni presidenziali in Brasile a ottobre. Telefonica, in particolare, sarebbe interessata all’acquisizione di Tim Brasil perché cementerebbe la sua posizione sul mercato brasiliano, che rappresenta un quinto del suo Ebitda di gruppo, e farebbe anche salire il valore della sua partecipazione in Telecom Italia.

D’altro lato un’offerta generosa in contanti per Tim Brasil farebbe comodo anche a Telecom Italia, dicono gli analisti: il suo debito netto potrebbe scendere da 2,9 volte l’Ebitda a 2,1 volte e l’ex incumbent si ritroverebbe con maggiori strumenti per investire e rafforzarsi in Italia.

Per ora si tratta di speculazioni di mercato, ma gli analisti sono convinti che un consolidamento in Brasile porterebbe una ventata di novità anche in Italia.

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