IL CASO

Blackrock sbaglia i conti: ha il 9,97% di Telecom

Corretta ieri in serata la percentuale della partecipazione incluso il convertendo. Ma la quota rimane in inferiore alla soglia del 10%, il cui raggiungimento impone la comunicazione alla Sec

Pubblicato il 17 Dic 2013

F.Me.

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BlackRock, compresa la quota del convertendo Telecom sottoscritta a inizio novembre, detiene il 9,97% di Telecom Italia. Così il fondo americano, su richiesta della Consob, precisa in un filing inoltrato alla Sec, a cui il 10 dicembre 2013 aveva comunicato di possedere, alla data del 29 novembre 2013, una quota pari al 10,14%. “La rettifica di detta comunicazione”, spiega Blackrock, “riporta la corretta percentuale della partecipazione in Telecom, pari al 9,97%, inferiore pertanto alla soglia del 10%, il cui raggiungimento impone la comunicazione alla Sec”.

“In conformità alle indicazioni della Sec, nella comunicazione del 10 dicembre 2013, BlackRock era tenuta ed ha effettivamente incluso nel calcolo della partecipazione detenuta, anche le azioni acquisibili per effetto della conversione delle obbligazioni convertibili Telecom”. In merito al capitale con diritto di voto, il fondo americano questa mattina ha precisato di possedere il 7,783% delle azioni con diritto di voto Telecom più uno 0,006% di Adr, per un totale del 7,789%.

Consob voleva anche verificare l’ipotesi di un concerto con Telefonica ma Blackrock esclude ”accordi aventi a oggetto azioni Telecom che determinino l’insorgenza di obblighi di comunicazione”. Un’eventuale salita del primo socio fuori patto sopra il 10% avrebbe infatti “liberato” Telefonica dall’accordo di “stand still” che impegna i soci di Telco a non sottoscrivere azioni che possano portare Telco a superare la soglia dell’opa.

Il comportamento dell’investitore Usa e gli eventuali accordi con altri azionisti restano nel mirino della Commissione e rendono bollente la vigilia dell’assemblea di venerdì prossimo, per la quale è attesa una partecipazione record, superiore al 50%.

Intanto ieri Ieri Findim ha proposto altri cinque nomi per il cda, in caso di revoca, che si vanno ad aggiungere a quelli della lista di Assogestioni. Tra questi c’è anche quello di Vito Gamberale, Ad del fondo F2i che possiede Metroweb, ossia la rete a banda ultralarga della città di Milano, quello di Antonio Castellano ad di Sace (Cdp) e Franco Lombardi, presidente di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, molto attiva al fianco di Fossati. “Le candidature – ha specificato Findim – sono volte ad apportare al cda di Telecom competenze tecniche manageriali di riconosciuta eccellenza”. Findim ribadisce anche la sua idea che è quella di assicurare a Telecom un futuro “da autentica public company”.

Intanto l’ad di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, ha ribadito l’interesse della Cassa a investire nella banda larga, ma di non essere ancora riusciti a intavolare davvero la trattativa per lo scorporo della rete con Telecom Italia e di essersi per ora limitati a investire in Metroweb. Oggi, davanti a Montecitorio, ci sarà un presidio dei sindacati per riportare l’attenzione sulla vicenda Telecom. “Con la legge sull’Opa – ha detto Michele Azzola, della Cgil – tutto questo non sarebbe successo, ma il governo fa di tutto per non approvarla». Quanto a Consob sarebbe pronta a inviare alla procura di Roma i risultati provvisori dell’ispezione su Telecom (tranne il caso Blackrock troppo recente). Ossia l’indagine sul convertendo, la cessione di Telecom Argentina e l’abuso di mercato”.

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