MERCATI

Blackrock supera Fossati: è il secondo azionista di Telecom

Secondo quanto reso noto dalla Consob il fondo detiene il 5,132% a fronte del 4,99% in capo a Marco Fossati attraverso Findim. La “scalata” vale circa 250 milioni di euro. Intanto il probabile taglio del rating da parte di S&P atteso per novembre – il titolo sarebbe declassato a “junk” – pesa sull’andamento a Piazza Affari

Pubblicato il 08 Ott 2013

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Grandi “movimenti” nel capitale azionario di Telecom Italia. Il fondo americano Blackrock lo scorso 1 ottobre è entrato nel capitale di Telecom Italia, con una partecipazione del 5,132%. Lo rivelano le comunicazioni Consob rese note oggi. La quota è detenuta in indiretta gestione non discrezionale del risparmio. Le azioni detenute superano quindi a superare anche la Findim di Marco Fossati che detiene il 4,99% e che finora è stato il secondo azionista di TI. L’aumento vale circa 250 milioni di euro, tenendo conto dell’attuale valore del titolo.

Blackrock era già azionista di Telecom con una quota superiore al 2%, raccolta nel maggio del 2010, quando il fondo segnalò di essere in possesso del 2,8% del capitale. La partecipazione uscì però dai radar della Consob nel novembre del 2012, quando Blackrock decise di avvalersi della possibilità di non segnalare le quote inferiori al 5% del capitale di una società quotata a Piazza Affari, se detenute a titolo di gestione del risparmio.

La mossa della società rappresenta una dichiarazione di fiducia non irrilevante nei confronti di Telecom, considerate le difficolta’ in cui versa l’azienda. Tra i numerosi dossier che l’Ad Marco Patuano dovrà affrontare prossimamente dopo aver rilevato le deleghe di Bernabé figura prima di tutto la possibile écietarizzazione della rete, partita in cui governo e Telefonica hanno al momento posizioni molto distanti. Non va inoltre tralasciato l’aspetto dell’indebitamento eccessivo, 28,8 miliardi al giro di boa del 30 giugno scorso, che negli ultimi anni ha costretto i vertici a ridurre il flusso degli investimenti e che potrebbe costringere l’azienda a compiere scelte dolorose, dismettendo parte degli asset remunerativi detenuti in Sud America. Resta inoltre irrisolto il nodo della governance e non e’ escluso che la normativa sull’Opa venga modificata entro fine anno, rimettendo in gioco il riassetto Telco. Non ultima, sullo sfondo, la ricerca di un nuovo capo azienda destinato a rilevare il testimone di Bernabe’.

BlackRock è una società di gestione del risparmio a livello mondiale e fornitore di servizi di gestione degli investimenti, del rischio e di consulenza rivolti a investitori privati, istituzionali e agli intermediari finanziari. Al 31 dicembre 2012 gestiva un patrimonio totale di 3.792 miliardi di dollari ripartito tra strategie azionarie, obbligazionarie, monetarie, investimenti alternativi e real estate.

La società non ha azionisti di maggioranza e il Consiglio di Amministrazione è composto in prevalenza da consiglieri indipendenti. Merrill Lynch & Co., Inc. (una controllata al 100% di Bank of America Corporation), The Pnc Financial Services Group, Inc. e Barclays Plc sono fra gliazionisti di BlackRock, rispettivamente, con circa il 7,1%, il 20,3% e il 19,7%, mentre le quote rimanenti appartengono a investitori istituzionali e privati e a dipendenti BlackRock.

Intanto Telecom Italia soffre a Piazza Affari dopo la “minaccia” di S&P che potrebbe portare, entro novembre, a livello di “spazzatura” il rating della compagnia telefonica. Le azioni, che alle 13.00 cedevano il 2,87% a quota 0,61 euro, hanno ridotto il calo a -1,8% e chiuso a -1,75% a 0,617 euro. Il sette novembre il Cda della compagnia discuterà del nuovo piano industriale che potrebbe scongiurare il taglio del rating da parte delle agenzie internazionali.

Ieri Standard & Poor’s ha messo in watch negativo i rating della società. La decisione è avvenuta in seguito alle dimissioni del presidente esecutivo Franco Bernabè, a cui ha fatto seguito la convinzione da parte di S&P che il gruppo italiano di tlc sia destinato ad affrontare maggiori incertezze dal punto di vista del suo futuro orientamento strategico. S&P teme inoltre che la performance operativa di Telecom prevista per il 2014-2015 possa finire in sofferenza e che nel contempo la società abbia a disposizione un numero limitato di leve che le permetterebbero di abbattere il debito, eccezion fatta per la generazione di cassa.

S&P si dice infine dubbiosa in merito a quale strada il top management potrebbe decidere di percorrere per abbattere ulteriormente il debito e a quali impatti eventuali decisioni in questo senso potrebbero avere sui profili di rischio industriali e finanziari.

Intanto la short list con i nomi dei possibili candidati alla presidenza di Telecom Italia, dopo le dimissioni giovedi’ scorso di Franco Bernabè, arriverà con tutta probabilita’ sul tavolo dei consiglieri il 7 novembre. Il comitato nomine presieduto da Jean Paul Fitoussi sta vagliando in questi giorni nomi e curriculum per arrivare al consiglio di amministrazione di novembre con una rosa di candidati. Massimo Sarmi, attuale ad di Poste italiane dovrebbe rientrare nella short list, che in ogni caso non sarà vincolante per la scelta finale.

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