MERCATO

Brasile, frena la crescita delle telco

Addio ai tassi di crescita a due cifre: le incertezze economiche restringono la spesa dei consumatori e le grandi telco soffrono, soprattutto Telefonica Brasil ma anche Tim “delude”

Pubblicato il 24 Lug 2013

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Il Brasile è considerato uno dei mercati più redditizi per le telco, eppure le aziende delle telecomunicazioni del paese sudamericano hanno avuto difficoltà a mantenere stabili i loro profitti nel secondo trimestre di quest’anno, come rivela un sondaggio condotto da Reuters.

L’aumento dell’inflazione e le incertezza sulla capacità dell’economia di continuare a crescere sono tra i fattori che rendono gli utenti brasiliani più cauti, portandoli a ridurre i servizi su linea fissa e a rimandare l’acquisto di nuovi abbonamenti mobili. Così la crescita delle vendite anno su anno degli operatori telefonici frena e torna a posizionarsi su numeri a una cifra sola.

Anzi, per vedere un numero così basso di nuovi abbonamenti mobili come nel trimestre aprile-giugno 2013 bisogna tornare indietro al 2006, secondo gli analisti di Credit
 Suisse Group. Alcuni clienti usano così poco il cellulare che qualche carrier ha deciso di eliminare i piani pay-as-you-go, ovvero le carte ricaricabili, che fruttavano davvero troppo poco.

“La spesa media per cliente è crollata. Anziché ricaricare la loro carta pay-as-you-go ogni settimana gli utenti limitano l’uso del telefonino e fanno durare la stessa carica almeno quindici giorni”, spiega
 Valder Nogueira, senior analyst di Santander Investment 
Securities. Secondo l’analista ci sono segnali di rallentamenti simili anche sui mercati della banda larga e della pay-Tv.

Telefonica Brasil, la divisione brasiliana della spagnola Telefonica, ha cercato di rispondere intensificando gli investimenti nelle attività di vendita, per stabilizzare le operazioni di linea fissa. La trimestrale della società dovrebbe mostrare un calo di quasi il 18% dell’utile netto rispetto a un anno prima, in base al sondaggio Reuters, anche se il secondo trimestre del 2012 
includeva voci una tantum che hanno fatto salire i profitti. Il fatturato generato dal business di linea fissa è in contrazione e gli analisti pensano che questo abbia determinato un calo generalizzato del turnover, limitandone la crescita a un magro +2,8%.


Tim Participaçoes, il secondo maggiore operatore di telefonia mobile del Brasile e unità della nostra Telecom Italia, se la passa un po’ meglio: secondo il sondaggio Reuters dovrebbe subire una contrazione meno consistente dell’utile (-2,7%) e la crescita delle vendite si dovrebbe assestare su un +4,9%, un risultato che però delude gli analisti, abituati a tassi annuali vicini al 20%. Tariffe di interconnessione più basse per le chiamate verso i cellulari hanno probabilmente fatto scendere anche l’Ebitda di Tim Brasil, che resta comunque positivo, al contrario di quanto previsto per Telefonica Brasil, secondo Reuters.

Il Grupo Oi potrebbe essere l’unica grande compagnia telefonica che è riuscita a proteggere il proprio margine Ebitda, ma l’unità mobile cresce comunque a rilento. Inoltre, gli investitori attendono di vedere quali saranno le strategie del nuovo Ceo Zeinal Bava, ex capo di Portugal Telecom (il maggior azionista di Oi) oggi alla guida della società brasiliana e che deve fronteggiare un debito pesante, dar conto di forti investimenti e pagare i dividendi.

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