BANDA LARGA

Brunetti: “Modello federale per la rete italiana”

Il presidente Aiip: “Serve adottare un sistema a base regionale in grado di accelerare il processo senza scatenare guerre fra player”

Pubblicato il 12 Nov 2014

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Modello federale per la rete italiana. Lo sostiene Renato Brunetti, presidente Aiip, commentando l’indagine conoscitiva a quattro mani Agcom-Agcm su concorrenza e prospettive di investimento nelle reti a banda larga e ultralarga.

Qual è la vostra opinione al riguardo?

Siamo pienamente concordi per quanto riguarda la considerazione di urgente necessità della creazione di reti fisse a banda larga e ultra-larga secondo le più moderne tecnologie, e condividiamo i presupposti dello studio basati sull’osservazione del grado culturale e di alfabetizzazione informatica nel nostro Paese. La carenza dell’uso di Internet, lì dove rappresenta un dato preoccupante per quanto riguarda i privati, diviene allarmante se si parla di imprese: è ormai impensabile competere adeguatamente a livelli internazionali senza sfruttare i vantaggi offerti dalla rete Internet e non possiamo più permetterci di far passare altro tempo. Il confronto con le realtà internazionali più evolute ci impone una veloce accelerazione in tal senso.

Il documento mette in risalto la differenza e le diverse implicazioni di un’architettura Fttc da un lato e Fttb o Ftth dall’altro.

Aiip è molto attenta a questo: quando parliamo della necessità di un importante rinnovamento dell’architettura di reti fisse ci riferiamo principalmente ad un processo che conduca ad una soluzione finale che sia principalmente, se non totalmente, di tipo FTTH/B. C’è una comprensibile e diffusa carenza informativa dell’utente, soprattutto dei privati. Anche per questo è necessario intervenire e assistere.

Agcom e Agcm espongono tre diversi scenari competitivi relativi allo sviluppo ed alla gestione della fibra fino a casa o fino al condominio. Qual è la vostra opinione al riguardo?

Interessanti analisi che non sembrano però, a mio avviso, proporci modelli concorrenziali facilmente attuabili nel concreto e nell’immediato. Mi permetto quindi di avanzare una quarta proposta, con obiettivi molto concreti e realistici, che consenta un’accelerazione del processo di attuazione senza scatenare “guerre” tra i player del settore. Potrebbe infatti ipotizzarsi un modello, su base regionale, che rappresenti una sorta di evoluzione dell’attuale lavoro svolto da Mise-Infratel Italia, attraverso il quale realizzare i seguenti obiettivi: la costruzione di infrastrutture unitarie regionali, non frammentate, composte da numerose tubature e fibre ottiche spente, posate ex novo o acquistate a seconda delle necessità, grazie anche a fondi strutturali europei che sostengano in particolare gli interventi in zone a “fallimento di mercato”, proseguendo poi con una vendita wholesale della sola componente infrastrutturale, comprensiva delle fibre spente. Questo modello, potrebbe contribuire concretamente alla nascita o al rafforzamento di medi operatori regionali, che completino infine la rete verso l’obiettivo di un’architettura del tipo FTTH/B, tramite propria iniziativa finanziaria e l’eventuale supporto di Cdp, a condizione di opportuni accordi e al fine di evitare duplicati infrastrutturali. Gli scavi e, più in generale, la fase preliminare per la creazione dell’infrastruttura, corrisponde infatti al grosso dei costi per gli operatori di dimensioni medio-piccole, quali molti di quelli rappresentati da Aiip.

Riconoscete al pubblico soprattutto un ruolo di coordinamento, controllo e monitoraggio dei processi di sviluppo delle reti fisse?

Non solo, concordemente con le autorità riteniamo auspicabile ed importante anche la realizzazione di un modello ad incentivi per le zone in digital divide. Incentivi soprattutto in termini fiscali. Bisogna anzitutto partire dal presupposto che il tema è un tema di diritti, essere connessi ad Internet rappresenta oggi un diritto. Per questa ragione, ad esempio, abbiamo apprezzato che il Presidente della Camera Laura Boldrini e Alessandra Poggiani, Direttore Generale di Agid, abbiano posto la questione in questi termini. Noi auspichiamo e lavoriamo per una piena collaborazione tra pubblico e privato. Non solo nell’interesse degli Internet Provider che AiipP rappresenta, ma anzitutto come necessità urgente per il nostro sistema-paese.

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