BT Italia, i sindacati chiedono il tavolo di crisi: “A rischio centinaia di lavoratori”

Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil si appellano al ministro per lo Sviluppo economico per scongiurare i licenziamenti. E invitano l’azienda a “una gestione responsabile degli esuberi”

Pubblicato il 10 Nov 2010

“Dopo oltre tre mesi di iniziative di lotta, scioperi ed
interrogazioni parlamentari, a fronte delle chiusure aziendali e
del tentativo di ridurre ulteriormente l’occupazione in BT
Italia, azienda titolare di licenza telefonica, le Segreterie
Nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno chiesto al
ministro per lo Sviluppo Economico, On. Paolo Romani, la
convocazione di uno specifico tavolo di crisi presso il
ministero”. E' quanto dichiara Alessandro Genovesi,
segretario nazionale di Slc-Cgil.

“Chiediamo a BT Italia quello che abbiamo alla fine concordato
con Telecom Italia, anche grazie all’intervento del Governo –
prosegue Genovesi -. Una gestione responsabile degli esuberi
attraverso i contratti di solidarietà e soprattutto una
riconversione di tutti i lavoratori per scongiurare ulteriori tagli
e poter rilanciare l’azienda. Non vogliamo assistere ad una lenta
morte industriale, che lascerebbe per strada centinaia di
lavoratori”.

“In pochi anni BT Italia ha più che dimezzato la propria forza
lavoro operativa tra cessioni di ramo, esternalizzazioni,
trasferimenti, mobilità e cassa integrazione a zero ore,
rischiando con questa ennesima ristrutturazione di scendere sotto i
mille dipendenti. Stiamo parlando di una dispersione di competenze
e professionalità enorme, che per di più avviene dopo che, anni
di sacrifici, hanno portato BT Italia ad essere la filiale più
remunerativa dopo l’Inghilterra, raggiungendo di fatto il
pareggio pur in anni di crisi”.

“Quando un’azienda chiede sacrifici e poi ottiene i propri
risultati dovrebbe ripagare i propri dipendenti e il Paese entro
cui opera con nuove assunzioni, con maggiori investimenti e non
portando i profitti fuori scaricando sulle casse pubbliche i costi
sociali – conclude il segretario -. Aspettiamo che il ministero
dello Sviluppo Economico, senza fare doppi pesi e doppie misure,
metta in campo tutte le proprie forze, come ha fatto durante la
vertenza Telecom Italia, chiedendo all’azienda di tornare
indietro e di scommettere sul nostro Paese”.

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