Bt Italia taglia 320 posti di lavoro entro il 2012

Piano di ristrutturazione per British Telecom che in Italia annuncia il taglio di 320 posti di lavoro

Pubblicato il 10 Giu 2009

Tagli all'organico per 320 dipendenti sui 1.400 attualmente
impiegati in Italia. Questa la prospettiva illustrata dai vertici
di British Telecom Italia nella riunione con i rappresentanti
sindacali secondo il piano industriale 2009-2012.
"L'iniziativa – spiega Bt Italia – si inserisce
nell'ampio processo di ristrutturazione, presentato lo scorso
14 maggio 2009 a Londra dal Gruppo BT, e volto a consentire alla
multinazionale inglese un recupero di efficienza e
competitivita". BT Italia che negli ultimi anni è cresciuta
sul mercato domestico dei servizi di telecomunicazione per le
grandi imprese, anche grazie ad una serie di importanti
acquisizioni tra cui Atlanet e I.Net – fino a diventare il
principale concorrente di Telecom Italia con una quota del 16% –
sta risentendo della crisi che ha investito l'economia mondiale
e quella italiana, provocando una contrazione del mercato delle
telecomunicazioni per le imprese e soprattutto una forte riduzione
dei prezzi unitari. "Ciò impone a BT Italia di definire un
nuovo piano industriale che, oltre a traguardare un'ulteriore
crescita, prevede una forte attenzione a tutti i costi
dell'azienda" si legge nel comunicato
dell'azienda.
"Con il nuovo piano industriale – sostiene la società – BT
Italia intende, da una parte, incrementare l'efficienza e
l'efficacia dei propri processi e con ciò ridurre
sensibilmente i propri costi operativi, ma al tempo stesso
garantire una struttura operativa adeguata ai volumi di business
del mercato italiano, uno dei piu' importanti per BT al di
fuori del Regno Unito".
Il piano ricorre anche a "leve gestionali incentrate sulla
riduzione di tutte le voci di costo, tra le quali:
l'ottimizzazione di tutti i costi di accesso e interconnessione
sfruttando appieno le tecnologie più innovative; la riduzione dei
costi di rete attraverso un ridisegno dell'architettura e
chiusura delle infrastrutture legacy; la riduzione dei costi di
manutenzione e servizi esterni attraverso la razionalizzazione del
parco fornitori; il consolidamento delle strutture dei data
center".
L'obiettivo – come ha spiegato Corrado Sciolla, Amministratore
delegato di BT Italia – "è quello di consentire a BT Italia
di recuperare efficacia operativa ed efficienza senza diminuire il
livello di servizio ai nostri clienti. Rimettiamo al tavolo di
confronto aperto oggi con le organizzazioni sindacali
l'individuazione, con la massima flessibilità delle modalità
di attuazione del Piano".

"Immediato ritiro dei licenziamenti". È questo la
risposta del sindacato Scl-Cgil al taglio di personale annunciato
da BT.  “British Telecom Italia propone come strategia di
rilancio ben 320 licenziamenti. Chiediamo immediatamente il ritiro
dei licenziamenti che significherebbero la fine di tutta BT –
dichiara infatti Alessandro Genovesi, segretario nazionale del
sindacato dei lavoratori delle telecomunicazioni.

“Non possono essere le lavoratrici ed i lavoratori di BT Italia
– che in questi anni hanno responsabilmente dato il proprio
contributo al risanamento dell’azienda – a pagare per gli
errori del management inglese. Già nelle prossime ore infatti si
terranno assemblee per individuare e decidere le azioni più idonee
per contrastare queste scelte.”

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