LA CRISI

Bulgaria, le tre telco mobili verso il cambio di proprietà

Settore in crisi nel paese. Mobitel (Telekom Austria), Globul (Ote) e Vivacom (erede della statale Btc) a caccia di acquirenti

Pubblicato il 25 Giu 2012

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Tutti gli operatori di telefonia mobile della Bulgaria potrebbero cambiare proprietà entro la fine dell’anno. E’ quanto hanno riferito fonti aziendali al quotidiano locale “Capital”. “La Bulgaria una nazione di 7,7 milioni di abitanti che ha tre operatori di telefonia mobile, tutti di proprietà straniera che per quest’anno dovrebbero passare di mano”, riferisce “Capital”. Il più grande operatore bulgaro è Mobitel, controllato da Telekom Austria. Segue poi Globul, controllato dal gruppo ellenico Ote, il più grande operatore di telecomunicazioni nell’Europa sud-orientale. La compagnia greca ha manifestato la scorsa settimana l’intenzione di vendere la filiale bulgara per finanziare i debiti, con scadenza nei prossimi due anni, pari a 3,4 miliardi di euro. C’è infine Vivacom, erede della compagnia statale Btc, ormai nelle mani delle banche creditrici.

Intanto il miliardario messicano Carlos Slim, che guida America Movil, ha stretto un accordo per acquisire il 21% di Telekom Austria. Probabile, dunque, che qualcosa cambierà presso Mobiltel Bulgaria, controllata dagli austriaci. “Anche la vendita di Vivacom in procinto di vedere un epilogo”, annuncia il quotidiano bulgaro, senza rivelare tuttavia alcun dettaglio. L’asta per la vendita dell’ex operatore statale bulgaro fallita all’inizio di quest’anno dopo che i suoi creditori hanno respinto le offerte di tre compagnie, fra cui Turkcell, il primo operatore telefonico della Turchia.

I creditori terranno ora nuovi colloqui per cercare di ridurre il debito che sta affossando la società. Secondo notizie non confermate ventilate dalla stampa locale, alcuni prestiti subordinati non performanti potrebbero essere trasformati in capitale azionario. Altri debiti potrebbero essere ristrutturati o addirittura annullati. Nel 2007, gli istituti finanziari Royal Bank of Scotland, Deutsche Вank, Castle Hill, la Banca europea per gli investimenti e Raiffeisen Zentralbank hanno messo insieme 1,3 miliardi di euro per finanziare il salvataggio di Vivacom. I prestiti subordinati non performanti ammontano a 400 milioni di euro. Lo scorso anno i creditori hanno scelto Morgan Stanley di Londra come mediatore per aiutare a vendere l’azienda.

Nell’aprile 2011, Turkcell stava per acquisire Vivacom, ma l’accordo è saltato dopo che l’operatore turco ha chiesto che una parte consistente della somma da depositare (100-200 milioni di euro) andasse in un conto appositamente “congelato”, finché le autorità bulgare non avessero risolto i problemi legali con gli acquirenti passati. La società turca ha riferito di aver messo insieme un’offerta di oltre 870 milioni di euro per acquistare il 94% della società. I creditori, responsabili della gara d’appalto, avevano giudicato “troppo basse” le proposte degli altri due possibili acquirenti: la Banca commerciale bulgara in collaborazione con il fondo d’investimento del gruppo russo Vtb, e l’imprenditore islandese Thor Bjorgolfsson.

Vivacom è il terzo maggiore operatore di telefonia mobile della Bulgaria e detiene il monopolio della rete fissa, con 2,9 milioni di linee telefoniche, cioè il 97% del mercato. Il paese balcanico conta una popolazione di 7,7 milioni di persone. Oltre a Vivacom, gli operatori di telefonia mobile presenti in Bulgaria sono Mobiltel, controllata da Telekom Austria, e Globul, la filiale locale della società di telecomunicazioni ellenica Ote.

La storia della privatizzazione dell’ex società statale di telecomunicazioni bulgara Btc, l’attuale Vivacom, ricca di passaggi oscuri. Nel febbraio 2004, dopo quasi due anni di battaglie legali e politiche, fu conclusa la vendita del 65% di Btc per una somma pari a 230 milioni di euro. Alcuni mesi dopo, il magnate islandese Thor Bjorgolfsson comprò Vivacom per 300 milioni di euro, per poi rivenderla agli statunitensi di Aig investiment per 1,08 miliardi di euro: il gruppo dapprima acquisì il 65% della ex statale società di telecomunicazioni nel maggio 2007; poi, nell’agosto dello stesso anno, aumentò la propria quota fino ad arrivare al 90%.

Nel marzo del 2010, il finanziere cinese Richard Li, presidente della società di telecomunicazioni asiatica Pccw, aveva ereditato il controllo di Vivacom a seguito dell’acquisizione di Aig investments, parte del gigante assicurativo Usa Aig. Dopo essere stata accorpata da Richard Li, Aig investments era stata quindi ribattezzata PineBridge Investments. L’operatore telefonico arabo Oger Telecom, con sede a Dubai, era a un passo dall’acquisizione dell’operatore telefonico bulgaro dopo un anno e mezzo di difficili contrattazioni. L’accordo per saltato perché l’offerta finale non era stata ritenuta soddisfacente.

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