Fatturazione elettronica entro l’estate e agenda digitale in 12-18 mesi. Sono i tempi annunciati dal Commissario di Governo per l’attuazione dell‘Agenda Digitale, oggi a margine del Convegno “Educare alla rete. L’alfabeto della nuova cittadinanza nella società digitale”, organizzato dal Garante per la protezione dei dati personali in occasione della Giornata Europea 2014.
“Siamo molto avanti con l’agenda digitale – ha spiegato Francesco Caio – Il sollecito del Presidente Letta in Consiglio dei ministri e’ stato molto importante in vista dell’attuazione della fatturazione elettronica che semplifichera’ il rapporto con la pubblica amministrazione in termini di efficienza e trasparenza. La macchina tecnologica è pronta e il 6 giugno (data a partire dalla quale la pubblica amministrazione accetterà solo fatture elettroniche, ndr.) è un traguardo importante a cui stiamo lavorando. Entro l’estate, dunque, avremo la fatturazione – prosegue Caio – per l’agenda digitale, invece, i tempi sono più lunghi: 12-18 mesi per il trasferimento dati”.
Quanto all'”identità digitale”, ha proseguito il Commissario, “si lavora perché i cittadini con un’unica password abbiano accesso a tutti i servizi della pubblica amministrazione. Sarà un grande strumento di facilitazione e in questi mesi il decreto finale arrivera’ al Ministero dell’economia”, ma “un primo pilota partirà entro l’anno”. Dunque “l’architettura è pronta”.
Diverse associazioni, conclude Caio, “stanno lavorando per l’alfabetizzazione digitale dell’amministrazione, ma non vanno sottovalutate le competenze dei tanti tecnici della pubblica amministrazione, pronti alla sfida”.
Intanto si accelera anche sulla banda larga. Verrà presentanto giovedì a Palazzo Chigi il rapporto sulla banda larga stilato dallo stesso; a ci sarà anche il presidente del Consiglio, Enrico Letta.
Caio ha consegnato lo studio a Letta lo scorso 22 gennaio. Il rapporto è stato redatto redatto con l’ausilio degli esperti Gerard Pogorel, professore emerito dell’Università ParisTech di Parigi, e Scott Marcus, già advisor della Federal Communication Commission, il regolatore americano.
Lo studio contiene un’analisi degli investimenti sin qui fatti e dei piani di sviluppo dei principali gestori, al fine di valutarne la congruenza con gli obiettivi di copertura indicati dalla Ue per il 2020, e include proposte per un ruolo più attivo della Presidenza del Consiglio nella definizione e monitoraggio della politica industriale nel settore delle comunicazioni digitali. “Daremo subito attuazione al Rapporto in maniera stringente”, affermava Letta in una nota.
Il rapporto Caio punterà il dito contro il rallentamento degli investimenti nella rete internet veloce che potrebbe seriamente ritardare il raggiungimento, da parte dell’Italia entro il 2020, degli obiettivi dell’Agenda digitale. Il rapporto sottolineerà inoltre l’obsolescenza delle reti in rame e come risulti insoddisfacente la realizzazione di reti di accesso alla banda larga, tanto che solo il 14% delle famiglie italiane ha accesso alla rete a velocità maggiori di 30 Mbit/s per scaricare dati, video e filmati. Mentre sul fronte del digital divide, sono ancora 2,3 milioni gli italiani (il 4% della popolazione) rimasti senza una copertura da servizi a banda larga da rete fissa. Ritardi che, come avrà modo di sottolineare Caio, frenano la domanda di banda larga, lo sviluppo e la competitività delle nostre aziende.